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domenica 11 dicembre 2016

Il vitello tonnato di Natale ed il tatto di mio padre.



Il Natale dei ricordi ha il profumo di casa di Nonna Maria.
Ha la luce che penetra dalla finestra e si riflette sui cristalli della tavola apparecchiata con i piatti del servizio "buono", quello con le rose dipinte.
Con le forchette d'argento che sono state tirate a lucido da Nonna, i giorni precedenti al Natale.
La tavola aspetta l'antipasto, rigorosamente di salumi, con i sottaceti che traboccano dall'antipastiera di cristallo che pesa come chi l'ha disegnata.
Poi i cappelletti, o le lasagne, o i ravioli e poi, tra i secondi che cambiavano ogni anno, arrivava Lui, sempre uguale, sempre profumato e goloso non poteva mancare sulla tavola di Natale: il Vitello tonnato.
Quando Nonna Maria non ce la fece più a cucinare, il pranzo venne spostato in casa nostra con grande agitazione di mamma che non ha mai amato cucinare e che sapeva di dover competere con la bravura di nonna.
Poi mi sposai io e, dal primo anno di matrimonio, "il pranzo" si fece da noi sposini.
Nonna non c'era più ma le sue mani abili, la sua passione, mi è stata sempre di grande ispirazione per tutti i pranzi e le cene di famiglia.
Ovviamente LUI, il Vitello tonnato, non poteva mancare e quindi già il primo Natale di quel 1991 fece la sua bella figura nel vassoio guarnito sulla mia tavola.
Tutti contenti, tranne mia mamma. Il tutto perché papà, con il tatto di un elefante, fece notare a tutti che il vitello tonnato che avevo fatto io era identico al capolavoro fatto da Nonna Maria ogni Santo e Benedetto Natale.
Da quel momento non mancò mai sulla mia tavola delle Feste e mamma... beh non si diede più pena di farlo a papà sostenendo che - poteva mangiarlo da sua figlia che era più brava di lei!-

mercoledì 7 dicembre 2016

Un risotto alla Milanese, un Mastro Vetraio e la Giornata Nazionale del Risotto alla Milanese per IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO - AIFB




E’ un’alba bellissima che colora di rosa il cielo di Milano in questo 8 Settembre 1574. Valerio di Fiandra, mastro vetraio artefice delle splendide vetrate che abbelliranno la Cattedrale gotica dedicata a S. Maria Nascente, si aggira nel cantiere del Duomo. Tra ponteggi e attrezzi lasciati incustoditi dai lavoranti, un velo di polvere si posa sui pavimenti ingombri, mentre la luce attraversa le porzioni di vetri già risplendenti di colori e di figure che paiono animarsi.

Sarà un giorno importante oggi e...

Volete sapere come continua ed avere la ricetta DOCG del risotto alla Milanese? Semplicissimo: andate a leggere seguito e ricetta nel sito dell'Associazione Italiana Food Bloggers - dove troverete IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO.


Dall'1 Gennaio di quest'anno, ogni giorno con una ricetta NAZIONALISSIMA, ogni settimana con un argomento che riguarda la cucina della nostra bellissima Penisola, Ambasciatori ed Ambasciatrici ci raccontano origini e ricette ed oggi tocca a me fare da Ambasciatrice.

I miei ricordi di bambina sono pieni del profumo dello zafferano che colora il riso di un colore che sa di sole, di caldo, di casa; ed è per questo che sono molto orgogliosa di poter parlare della ricetta, delle sue origini e della bellissima avventura che è stato far parte di questo progetto del CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO.

Quindi: correte a leggere e preparate gli ingredienti!!!

lunedì 5 dicembre 2016

SEMIFREDDO AL CAFFE' PER IL CALENDARIO DEL CIBO AIFB E LA SETTIMANA NAZIONALE DEL CAFFE'.



Da oggi inizia La Settimana del caffè per IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO di AIFB della quale è ambasciatrice Mai Esteve del Blog Il colore della Curcuma.
Nel profumo del caffè io ci sono cresciuta, visto che il nonno Peppino (il marito della nonna Maria) era titolare di una torrefazione che dagli anni 30 che operava sul mercato di Milano fornendo i locali della "Milano da bere" più conosciuti.
Ancora adesso, quando passo davanti al portone di Via Olona 2, a Milano, mi par di sentire ancora il buon profumo che veniva dalla macchina per tostare i chicchi verdi e piccini. 
Se chiudo gli occhi mi par di vedere ancora la grande macchina torrefattrice in azione, con il nonno che ne controllava il lavoro; i sacchi di iuta impilati in ordine in magazzino; il grande ufficio con le poltrone di cuoio ed il mobile con i vari tipi di caffè in bella mostra.
Quante volte ho aiutato a riempire i sacchetti bianchi con la Z che ne determinava la firma di Nonno e con la scritta a mano (in bella calligrafia) della miscela scelta.
In supporto alla giornata mi è subito venuto in mente questo dolcissimo peccato di gola che ha un sapore un po' "agée" ma è stato sempre apprezzato come fine-pasto nelle mie cene o nei pranzi di famiglia.
Certo non si può definire "light" visto la quantità di burro che si utilizza per la sua realizzazione ma, tra le ricette di dolci (pochi) che mi ha lasciato mia madre, è sempre stato una buona soluzione.
L'ho già pubblicato in passato (qui) ma mi è parsa un'ottima occasione per supportare l'interessante articolo di AIFB redatto da Mai.
Quindi, per gli amanti di questa bevanda, consiglio vivamente di provare a realizzarlo (magari in monoporzione) e vedrete che ve ne innamorerete.
Non a caso il Martirio, uomo che solitamente non propende per il dolce, me lo chiede ogni tanto.


SEMIFREDDO AL CAFFE'






Montate il burro con lo zucchero a velo sino a che diventa bianco e spumoso.
Aggiungete, 1 alla volta, i tuorli.
Aggingete a filo 1 tazzina di caffè.



Prendete una pirofila (meglio se in vetro), foderatela con la pellicola trasparente.
Distribuite sul fondo metà del composto livellandolo bene.
In un piatto fondo o una terrina, mescolate i 2 liquori ed il caffè rimasto.
Distribuite metà dei biscotti, imbevuti della bagna, sul primo strato di crema. 
            Ricopriteli con un altro strato di crema (sempre ben livellato) e aggiungete 
            altro strato di biscotti.

Fate riposare in freezer per almeno 2 ore. Prima di servire, capovolgete la teglia su un piatto di portata, togliete la plastica con la quale vi aiuterete a sformarlo, e cospargetelo di cacao (o codette di cioccolato).
Guarnite con i chicci di caffè. 



sabato 3 dicembre 2016

Tronchetto di Natale perché si sente aria di festa.

Comincio a sentire "aria" di Natale e, come tutti gli anni, comincio a sentirne anche la pressione.
Fine anno lavorativo e tante situazioni da chiudere, da sistemare, da rendicontare e poco tempo davanti.
Poi ci sono le vacanze di Sant'Ambrogio, che per noi Milanesi vuol dire addobbare l'albero, fare il presepe, fare le prime impastate di biscotti o i primi pacchettini da mettere sotto l'albero. Ussignur: quando ero giovane voleva dire (soprattutto) rimettere gli sci ai piedi e riaprire la stagione tra piste innevate e punch al mandarino nei rifugi.
Da madre di famiglia credo siano giusto 14 anni che non rimetto ai piedi gli sci... e mi dispiace. A dire il vero, ogni anno mi viene la malinconia ma poi, pensando alle cadute ed alla mia tenerà età, mi passa la malinconia quasi subito!
Quindi a fine novembre, generalmente dopo il pranzo del mio compleanno, comincio a stilare il menù di Natale col quale far contenti tutti i commensali.
Quest'anno mi piacerebbe un dolce scenografico ma non "esagerato". Qualcosa che ricordi il periodo e cosa, quindi, meglio di una "buche di Noel" o Tronchetto di Natale? Non è troppo difficile e fa bene anche agli occhi.

Quindi ho pensato di far subito una prova per vedere il risultato e... mi è piaciuto!!! A dire il vero è piaciuto anche ai miei commensali, tanto che non sono riuscita a fare una foto di una fettina. Il ripieno comunque si vede bene anche dalla torta montata.

La ricetta? Eccola qui.

TRONCHETTO DI NATALE AL PISTACCHIO


Ingredienti per il rotolo di bisquit:
4 uova medie
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di farina

Ingredienti per il Cremoso al pistacchio:
(ricetta di L. Di Carlo-rivisitata)
100 g di latte intero
88 g di panna fresca
10 g di glucosio 
6 g di gelatina in fogli
210 g di cioccolato bianco
250 g di mascarpone fresco
2 cucchiai di pasta di pistacchio.
+ 40 g di pistacchi tritati per guarnizione

Ingredienti per la ganache al cioccolato:
200 g di cioccolato fondente al 70%
100 g di panna fresca



Dividete i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ferma.
Unite, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto, i tuorli uno alla volta.




Aggiungete lo zucchero e la farina sempre mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non far smontare il composto.




Foderate il fondo di una teglia cm. 36 x 26 con un foglio di carta da forno bagnato e strizzato.




Versate il composto e livellatelo con una spatola cercando di avere una superficie liscia ed uniforme.
Infornate a 150°C con forno statico per 10/15 minuti (dipende dal vostro forno) o fino a che la superficie comincerà a brunire.





Sfornate il bisquit su uno strofinaccio inumidito e lasciare raffreddare.
Una volta raffreddato, bagnate il foglio di carta da forno e staccate con attenzione lo stesso dallo strato di bisquit.




Preparate a questo punto il cremoso. Ammollate la gelatina in acqua fredda e
spezzettate il cioccolato bianco.


Portate i primi tre ingredienti ad ebollizione, unite la gelatina strizzata, versate sul cioccolato bianco ed emulsionate bene con il frullatore ad immersione. 


Aggiungete il mascarpone leggermente scaldato al microonde (solo per qualche secondo), mixate ancora per un minuto.
Unite la pasta di pistacchio e  trasferite in un contenitore, coprite con la pellicola a contatto e lasciate in frigorifero per tutta la notte.

Preparate la ganache di cioccolato spezzattando il cioccolato fondente. 
Fate scaldare la panna sino a quando comincerà a fremere. Versatela sul cioccolato spezzettato e mescolate sino a che si sarà sciolto il cioccolato. Fate riposare a temperatura ambiente per almeno 1 ora.



Montate la torta spalmando il cremoso al pistacchio all'interno del bisquit. Cospargete il cremoso con i pistacchi tritati e arrotolate strettamente aiutandovi con lo strofinaccio. 
Fate riposare il rotolo in frigorifero avvolto da carta da forno per almeno 1 ora.

Tagliate le due estremità del rotolo trasversalmente in modo da creare due pezzetti più piccoli che utilizzerete come "rami" o "nodi" nella composizione.


Formate la struttura del tronchetto e ricopritela con la ganache che si sarà raffreddata e leggermente solidificata. Eseguite le venature del tronco utilizzando i rebbi di una forchetta.


Guarnite con palline di zucchero argentate o foglioline di zucchero.

Fate riposare il dolce almeno 1 ora in frigorifero per consentire alla "corteccia" di stabilizzarsi.