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domenica 21 giugno 2015

DUE PETTI PER DUE HAMBURGER ...ED E' ANCORA MTCHALLENGE #MTC49




Una settimana con la cucina sigillata.
Con il caldo che ha fatto per di più!
Il tutto successe sabato scorso, al ritorno dalla spesa, mentre il Martirio ritirava in box la macchina, io sono salita in casa per cercare di riporre la spesa e preparare una cena decente.
Mentre mi accingo a sollevare la tapparella di ferro della cucina, ovviamente elettrica altrimenti non ce la farei, la gatta mi si struscia tra le gambe con una prepotente richiesta di cibo. La serranda si alza sino a metà e Ariel continua ad entrare ed uscire miagolando quando, improvvisamente: un botto!
Mentre miracolosamente la micia rientra in casa incolume (ha ritirato i baffi proprio un nanosecondo prima che *cadesse la scure*)  la serranda precipita con un rumore assordante ed io rimango paralizzata con il dito sull'interruttore a guardare annichilita questo muro di ferro.
Ovviamente il Martirio rientra ed esordisce:
- Come cavolo hai fatto a rompere la tapparella?!
Io??????
Insomma: ha ceduto il sostegno di metallo che fissava il rocchetto dove si avvolge la serranda e .... patatrac!
Inutile pensare di chiamare chi le ha installate: Martirio vuole fare da se e da qui parte una serie (infinita) di supposizioni, nonché osservazioni del cassone aperto dall'alto della scala piazzata di fronte alla finestra. 
Io e la gatta ad osservare lui allibite (io, lei aspettava il turno per salire sulla scala per osservare).
Una settimana di tortura costretta a cucinare con le serrande che non lasciano passare un fiato d'aria. 

venerdì 19 giugno 2015

Tagliatelle alla finta carbonara estiva e lo scorrere del tempo.




 "Sed fugit interea fugit irreparabile tempus" scriveva Virgilio ai miei tempi... 
Scherzi a parte il tempo non basta mai (e soprattutto non mi aspetta) e mi ritrovo a far la spesa come si corre una staffetta. 
Scendo dalla metropolitana e mi fermo alla prima tappa: Pane.
Mi infilo sull'autobus e, facendomi largo tra una decina di ragazzetti brufolosi ed allampanati con gli occhi appiccicati al cellulare ed attaccati come scimmiotti ai sostegni quelli alti (quelli che io raggiungo in punta di piedi, nel migliore dei casi); scendo e c'è il Super quello che accetta i buoni pasto: frutta, latte, una bellissima orata e le pile dell'orologio di cucina che è fermo da un mese circa....
Risalgo per una fermata. 
Si: UNA FERMATA, perchè con le scarpe ai piedi dalla mattina alle sette, alle sette di sera non ce la farei a farmi nemmeno tre metri con le borsine appese al braccio, i piedi gonfi, il pane in mano (mannaggia a me che non chiedo mai le buste di plastica), le perle al collo e gli orecchini che mi stanno massacrando il lobi. 

lunedì 15 giugno 2015

Mia madre le chiamava *svizzere* ovvero #MTC49 American Burgers ed il mio burger Italiano.






Mia madre le ha sempre chiamate *svizzere* e da ragazzina me le proponeva spesso. 
Pure mia suocera le chiama così e le cucina per Arc quando si ferma a pranzo da lei.
Ci sono cresciuta a *svizzere*. Poi, da adolescente, sono comparsi quei locali American Style, che facevano tanto *Happy days* anche se io andavo contro-corrente e tifavo per Richie e non per Fonzie.
Ma a mangiare quei panini morbidi (il più delle volte mollicci) con le *svizzere* che chiamavano hamburger e le patatine fritte, insieme ai morosini dell'epoca, ci andavo ma non troppo spesso. Al di la della novità preferivo quella catena (che è sparita quasi subito) dove si potevano prendere delle mega insalate componendole da soli.
Poi sono arrivati i giorni di Oxford dove gli hamburger nei panini (mollicci anche qui, la catena era la stessa!) erano un'alternativa ai pasti in college (traumatizzanti) e alle fettazze di Apple Pie con crema che ci facevamo per sopravvivere.
Il fatto è che eravamo giovani e le calorie si smaltivano subito. Ora con le stesse calorie non passerei dalla porta dopo solo tre giorni.
Ora c'è Arc che vuole andare nella stessa vetusta ma incrollabile catena dei panini mollicci e delle patatine-che-non-sono-patate-vere fritte. 

mercoledì 10 giugno 2015

LA FINE DELLA SCUOLA E UN CLAFOUTIS ESTIVO PIENO DI CILIEGE CON LA RICETTA DI UN'AMICA.


Fine della scuola. E poi, pensare di finire le lezioni di lunedì, così *salta* l'inizio dell'oratorio estivo, ci incasina la settimana..... 
Certo deva averla pensata uno che si chiama Eu-GENIO!
Lunedì quindi ho accompagnato il figliuolo a scuola per l'ultima giornata della sua prima media.
A parte l'ultima lite mattutina perchè Arc, pur all'ultimo giorno, si è scammellato una cartella pesantissima e, alla mia perplessità perchè lui avesse tutti quei libri al seguito l'ultima lezione, ha risposto:
- Non si può mai sapere........
Fine quindi delle litigate perchè si dilunga troppo, perchè tergiversa, perchè dimentica le cose di scuola.
Ultima *chicca* (sua e del Martirio) è stato lo smarrimento della cartelletta di tecnica che, volendo polemizzare, ingombrante com'è non è facile da *perdere*.
Settimana scorsa, complice del fatto che il Martirio tornava da una commissione in zona scuola, è passato a prendere Arc a fine lezioni.
La sera stessa, a casa, mentre lo spronavo (con tono dittatoriale a detta del Martirio) a far ordine in camera, mi accorgo che non si vede *in giro* la cartelletta di tecnica.
- Che fine ha fatto la cartelletta Arc? L'hai lasciata a scuola?
Interviene il Martirio deciso:
- No. Me l'ha piazzata in mano all'uscita.
.....
- .... e quindi?
SILENZIO. 

domenica 7 giugno 2015

Un buffet di una Cresima e le feste famigliari.

Come crescono in fretta i nostri ragazzi! Sembra trascorso un battito di ciglia da quando Arc mi ha strizzato l'occhio avvolto in un telino blu della sala operatoria.
Tutto impastato con un ciuffo di capelli scuri (più di quelli di suo padre, in verità!).
Ora siamo arrivati al momento della Cresima e vederlo avanzare verso l'altare compunto e convinto, come sempre, mi ha aperto i rubinetti delle lacrime.
Quelle lacrime di gioia. Quelle che immancabilmente scendono ogni volta che lo vedo cimentarsi in qualcosa, dalla prima poesia e canzoncina natalizia bofonchiata all'asilo nido (apriti cielo! ho persino fatto il video....tutto tremolante con l'eco dei miei singhiozzi!!!!), all'ultima recita dopo il corso di teatro.
Cresima, dicevamo.
Una cerimonia che è il momento in cui noi genitori incominciamo a vedere i nostri figli un po' più cresciuti, pronti ad affrontare la vita, con l'aiuto del Cielo e delle nostre preghiere.
Cresima anche per ritrovarsi in famiglia, a festeggiare un *passaggio*, per far festa assieme, per ringraziare di questo Miracolo che la Vita ci ha fatto.
Festa.
Con la Comunione era stato facile: un bellissimo Ristorante a Milano, con un cortile nascosto tra le mura di vecchie case, un angolo di campagna in città; trovare (per una volta) tutto pronto e dover provvedere solo con la torta, scelta e disegnata assieme ad Arc.
Questa volta è stato più complicato. La cerimonia sarebbe stata alle 15.00 e quindi il pranzo è stato subito fuori discussione.
Cena? Con il mio papi 91enne e altri problemi di digestione in famiglia.... beh, rischiosa....
Un buffet.

martedì 2 giugno 2015

Una torta di mele dolce come il sorriso di un'amica.






Mi sono perduta in questo fine settimana che non finisce mai. 
Persa a cercare un perché che non esiste, che fa traballare ogni anima, prima o poi.
Non riuscire a sollevare un dito, a fare le cose normali, a muoversi come i giorni prima.
Il tempo che scorre e non ha senso. Qualsiasi cosa che faccio perde peso e misura. Non serve.
Perdersi.
E ritrovare in una foto, imprigionato in uno scatto,un sorriso pieno di Vita.
Capire che non ti avremo persa, che sorriderai sempre.
E ritrovare la voglia di ricordarti, sorridente e dolce. Dolce come le mele del tuo Alto Adige, che finiscono in una torta. Semplice. Come te.