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giovedì 30 ottobre 2014

I biscotti di Snoopy, ovvero i Chocolate Chips Cookies.



Biscotti: la passione di mio figlio Arc.
Spesso li compro al supermercato ma, quando ho un momento di tempo, li faccio io, anche per provare nuove ricette.
Così, sabato scorso, mi sono messa a consultare il nuovo libro di dolci americani di Alessio Baù ed ho trovato una ricetta che sicuramente sarebbe piaciuta ad Arc (ed a me ça va sans dire...) 
Mi sono ricordata che, in una delle nostre puntate (rare ma moooolto richieste) in uno dei locali che sono sorti a Milano, dove si trovano i dolci più americani che americani si possano, Arc aveva preso un biscotto con il cioccolato assieme ad una tazza di cioccolata fumante.
Avete presente? Uno di quei biscotti da Snoopy, quelli che parlano da tanto sono buoni: i chocolate chips cookies.

sabato 25 ottobre 2014

La mia terza lasagna per #MTC, la Lasagna del Cacciatore ovvero lasagna al cacao con ragù di cinghiale in vellutata al gin.



La prima è stata quella del cuore.
La seconda è stata quella del bosco.
La terza? Ce n'è una terza????!!!!
Ebbene si. 
Di che parlo? Ma della Lasagna naturalmente!
Era da un po' di tempo che desideravo proporla alla famiglia e, a dir il vero, l'avrei fatta con la solita sfoglia chiara, con *quel ragù* che non mangio da quando ero piccina ed il nonno portava a casa la cacciagione.
Si. Avevo un nonno cacciatore e sin da piccola ho imparato ad apprezzare i piatti succulenti e gratificanti che uscivano dalle mani di Nonna Maria e delle mie zie.
A dir il vero ricordo soprattutto le pernici e le fagianelle che riunivano la famiglia silenziosa attorno al desco la domenica.
Ma anche le lepri in salmì e .... il sugo di cinghiale.
Per il sugo di cinghiale la specialista era Zia Riccarda. Purtroppo non ho la sua ricetta manoscritta ma l'ho praticamente imparata a memoria da tante e tante volte che gliela ho sentita *raccontare* mentre mi abbuffavo di pappardelle condite con quella meraviglia.
Quindi, quando ho letto il tema della sfida di MTChallenge del mese, proposta dalla mitica Sabrina di Les Madeleines di Proust, ho subito pensato a questo ragù dal gusto deciso e, pur cimentandomi nelle altre due versioni, mi è restato il *tarlo* in quell'angolo buio e solitario del mio cervello dove il mio neurone Highlander (ne è restato solo uno!) si va a rifugiare quando non mi sopporta.
Il problema era quello di sposare un gusto *deciso* come quello della carne di cinghiale con la pasta e la salsa legante.
Pensando alla pasta mi è balenata l'idea di provare a farla inserendo il cacao che smorza un po' il sapore forte della selvaggina.
Per la salsa, lì è stato lo scoglio più grosso da aggirare.
Besciamella normale? Direi di no, con il latte sarebbe stata pesantissima e ne avrebbe patito il piatto. 
Vellutata come per la precedente? Possibile ma ci sarebbe voluto un X-Factor che togliesse un po' di carattere al sugo senza *ammazzarne* il gusto.
Giorni di riflessioni, di rientri a casa in metropolitana con lo sguardo perso mentre Highlander faceva sforzi sovrumani, e poi un'idea...piccola...azzardata....
Nel ragù Zia Riccarda metteva il ginepro in bacche (tante!) e dal ginepro viene il Gin che spesso uso per aromatizzare gli arrosti.
Quindi ho fatto un tentativo, nel brodo di pollo (fatto con gli scarti e le carcasse di un pollo ruspante del contadino , da me massacrato  - ma questa è un'altra storia) ho messo tre cucchiai di Gin e ne ho fatto una vellutata spiritosa e aromatica.

martedì 21 ottobre 2014

A spasso nel bosco ovvero le mie lasagne all'ortica con funghi e patate per #MTC


La prima era quella del cuore. 
Quella con la L maiuscola. 
Quella dei ricordi e dei quadernetti di Nonna Maria, scritti fitti-fitti in bella calligrafia.
La seconda è quella del bosco.
Quella del km 0 (ma anche meno).
Quella che se scendi nel prato e vedi del verde, lo vedi con un occhio *diverso*, lo immagini in pentola, in un piatto a basso impatto sulle tue finanze e pure buono.
Premetto che il Martirio ha esultato quando ho comunicato la scelta della Challenge di questo mese: Sabrina del blog *Le madeleines di Proust* ha decretato LASAGNA e lui, che ama questo piatto, è parso entusiasta da subito.
Poi sono arrivata in casa la sera di sabato con un cestino con le ortiche, i funghi trovati nel prato dietro casa (più qualche porcino che avevo comprato il giorno prima) e ho annunciato il piatto forte del pranzo della domenica.
- Ecco! Ti pareva che mi dessi soddisfazione una volta! Che cosa significavano le ortiche e le altre cose strane!..... - ha ricominciato a fare ostruzionismo quell'uomo che ho scelto di sposare ben 23 anni fa.

Arc invece era contentissimo che mi volessi applicare ai funghi che aveva trovato nel prato tornando da messa.
Da noi comunemente chiamate *mazze di tamburo* sono funghi che han poca resa, si usa solo la cappella (per altro molto ampia e che si presta egregiamente all'impanatura ed alla frittura) e che in Piemonte non son molto apprezzati.
Arc poi ci teneva tanto a raccontare a tutti che i funghi li aveva avvistati lui e che, per coglierli, aveva avuto un incontro ravvicinato con un daino a meno di 10 metri! 
Ovviamente il piccolo non considerava anche il fatto che i pantaloni che aveva indosso erano diventati del color dell'erba bagnata dopo che aveva fatto un ruzzolone alla vista dell'animale.

lunedì 20 ottobre 2014

La passione per i libri e una Apple Pie speciale.



Ho una passione sfrenata per i libri. 
Libri di narrativa ma, soprattutto, libri di cucina che acquisto e, spesso, nascondo al Martirio.
Ultimamente, complice un libro di Arc che non trovavo, ho aggiunto un bellissimo libro di dolci all'elenco di Amazon. 
Ovviamente l'ho fatto per risparmiare i costi di spedizione, visto che non avrei raggiunto il minimo ordinabile per avere la consegna gratuita, ho *dovuto* fare un'aggiunta....
Appunto! 
Un libro di cucina. 
Di dolci americani per giunta!
Me lo sono trascinato per una settimana avanti e indietro nel tragitto per andare al lavoro e poi....mi sono lanciata.
Ho trovato l'occasione per mettermi all'opera per ringraziare e salutare le colleghe con le quali ho collaborato negli ultimi cinque mesi e che, ahimè, mi tocca salutare per imbarcarmi in una nuova avventura lavorativa.
Ovviamente, come mio solito, ho cambiato alcune parti della ricetta adattandola alla mia fantasia e, soprattutto, alla mia dispensa.
Il risultato? Alle colleghe è piaciuta e, per fortuna, sono riuscita a fare una foto alla fetta prima di portarla in ufficio. Non è restata nemmeno una briciola!.




CRAN-APPLE PIE
(libera interpretazione di omonima ricetta del libro CALIFORNIA BAKERY di Alessio Baù)


Per la crosta
150 g di farina 00 setacciata
75 g farina manitoba setacciata 
75 g farina di grano saraceno setacciata
225 g di burro a pezzetti freddo di frigorifero + 1 noce per la tortiera
40 ml di latte freddo di frigorifero
40 ml di acqua fredda di frigorifero
5 ml di aceto di mele
2 g di sale
20 g di zucchero di canna

per il ripieno
400 g di mele 
75 g di cranberries esiccati
45 g di maizena
50 g di zucchero di canna
1/2 cucchiaino di noce moscata
2 g di sale
2 tuorli
2 cucchiai di miele
i semi di un baccello di vaniglia
1 tazzina di rum
1 tazzina di acqua
25 g di yogurt bianco non zuccherato



Procedimento:

  • Ungere accuratamente la tortiera con 1 noce di burro e riporre in frigorifero
  • Far rinvenire i cranberries in una ciotola con 1 tazzina di acqua e 1 tazzina di rum.

Per la crosta:
  • Mettere nel bicchiere del mixer le tre farine setacciate, il sale, lo zucchero ed il burro a pezzetti (freddo da frigorifero) e azionare la manopola sulla funzione *pulse* fino ad ottenere un impasto sbriciolato.
  • Aggiungere il mix di acqua, latte ed aceto e, sempre usando la funzione *pulse*, mescolare sino ad ottenere un panetto di impasto (attenzione, risulterà sicuramente molto morbido, non preoccupatevi, si compatterà poi in frigorifero).
  • Avvolgere il panetto in un foglio di pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Per il ripieno:
  • In una ciotola mescolare le mele sbucciate e tagliate a tocchetti grossi, i cramberries rinvenuti nel rum strizzati, la maizena, lo zucchero di canna, la noce moscata ed il sale.
  • Mescolare con una frusta od una forchetta i due tuorli con il miele ed i semi del baccello di vaniglia ed aggiungere alle mele.
  • Aggiungere lo yogurt e amalgamare bene.



  • Dividere la pasta in due porzioni, due terzi per la base ed un terzo per la copertura.
  • Tirare la pasta della dose più grande sulla spianatoia infarinata e ricoprire la teglia imburrata tolta dal frigorifero.
  • Riempire la base con il ripieno.
  • Chiudere con la restante dose di pasta tirata sulla spianatoia infarinata.
  • Chiudere bene i bordi e praticare tre incisioni al centro.
  • Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 40/50 minuti.
Sformare il pie, attendere che si sia freddato e trasferirlo sul piatto di portata.


























NOTE mie:

  1. Ho usato le mele degli alberi della mia amica Angela, mele diverse per qualità ma con un sapore stupendo. Le consistenze diverse non hanno affatto guastato il risultato.
  2. La ricetta parlava di panna acida. Non avendola a disposizione ho sostituito con lo yogurt e non me ne sono pentita.
  3. Lo stesso vale per la farina integrale che ho sostituito degnamente con la farina di grano saraceno macinata a pietra.



Gustata tiepida con una pallina di gelato o un ciuffo di panna montata è 

spettacolare, anche fredda ha il suo *perchè*

giovedì 16 ottobre 2014

INSALATA DI POLLO SEDANO E MELAGRANA PER FERMARE IL COLESTEROLO CATTIVO GIA' A TAVOLA.


Il mio primo scontro con i danni prodotti da ipercolesterolemia non è stato uno scontro diretto a me, ma al mio babbo che, all'età di 48 anni, venne colpito da un grave infarto al miocardio. Si salvò per miracolo ma, nel 1972 non esistevano ancora tecniche quali la coronarografia o l'angioplastica pertanto negli anni ha dovuto subire interventi quali bypass o stent coronarici per tentare di risolvere i danni provocati da queste placche che avevano fatto danni enormi.

Con gli anni ho scoperto di avere io pure problemi di produzione di colesterolo LDL pertanto ho dovuto variare la mia alimentazione per evitare ulteriori accumuli di colesterolo nel mio sistema cardiovascolare.

Ho ridotto il consumo dei grassi animali, aumentato l'uso di olio EVO, aumentato l'uso di verdura e frutta nonchè delle carni bianche.

Dalla mia amica Francesca, proprio con la carne di pollo, ho imparato recentemente a preparare un'insalata che combina la carne bianca e le proprietà benefiche di un frutto, la Melagrana, che, assunto regolarmente,  aiuta a ridurre il colesterolo LDL e ad aumentare il colesterolo HDL, a combattere l’obesità ed a migliorare il benessere complessivo.

E' un piatto veloce e gustoso anche se preparato con del pollo lesso che, diciamocelo, non è particolarmente invitante.

Questo a riprova che non sempre mangiare sano vuol dire mangiare meno saporito.

Con questa ricetta veloce e fresca, da poter eventualmente presentare come un piccolo antipasto o come un secondo fresco e sfizioso, partecipo al contest
*Colesterolo "cattivo"? No grazie!* indetto dall'Associazione Italiana Food Blogger grazie all'iniziativaAzienda ospedaliera Universitaria Federico II e Food Blogger: insieme per la salute. La ricetta giusta per il tuo benessere




Insalata di petto di pollo con sedano e Melagrana

300 g di petto di pollo (senza pelle)
3 coste di sedano verde (e le foglie per lessare il pollo)
1 carota grossa
1 cipolla piccola
1 foglia di alloro
1 Melagrana (i semi)
Succo di 1/2 limone
5 cucchiai di olio EVO
Sale e pepe q.b.


  • Lessare per 20 minuti, in abbondante acqua salata (1 cucchiaino di sale grosso) il petto di pollo con le foglie di sedano, la cipolla, la carota pulita e la foglia di alloro. Spegnere e lasciare raffreddare nel suo brodo.
  • Pulire e tagliare il sedano a tocchetti.
  • Aprire la melagrana e raccogliere i semi in una ciotola.
  • Emulsionare l'olio EVO con il succo di mezzo limone, sale e pepe a piacere.
  • Quando il pollo sarà raffreddato, sfilacciarlo a tocchetti con le mani, metterlo in una terrina con il sedano tagliato ed i semi della melagrana.
  • Condire con la citronette almeno 30 minuti prima di servire. Mescolare bene e rimescolare più volte per lasciare insaporire bene il tutto.



lunedì 13 ottobre 2014

La Lasagna di Natale e #mtchallenge



Ed è MTC anche questa volta.
E' un MTChallenge portentoso e telepatico. 
Portentoso perchè la Lasagna è da sempre uno dei miei cavalli di battaglia. L'ho preparata e proposta su questo blog in diversi modi... meno che quello tradizionale.
Telepatico perchè avevo già deciso di ovviare a questa pecca e pubblicare la versione DELLA FESTA che faceva Nonna Maria, quella con il *Ragù di Natale*, per intenderci, e Sabrina del blog *Les madeleines di Proust*, la vincitrice della scorsa sfida, mi ha letto nel pensiero.
Per giunta il Martirio, che solitamente critica tutte le sfide insistendo nel dire che non c'è mai niente che piace a lui, questa volta ha approvato e pure esultato. 
Non riferiteglielo (tanto non legge mai il mio blog....qui posso scrivere di tutto!) ma il tapino non sa che ho intenzione di proporre due varianti.
La Lasagna, dicevamo, quella con la L maiuscola. 



Quella che sa di festa e di casa, dei piatti buoni sul buffet in sala ed i bicchieri sul contro-buffet, pronti per l'apparecchiatura.
Quella che profuma della casa di Nonna Maria, i giorni prima di Natale, mentre il Ragù cuoce piano e riempie la casa del suo aroma.
Quella che vede il tavolo della cucina con la tovaglia di lino grezzo, con le sfoglie appena scottate stese ad asciugare e freddarsi.
Quella che mi vede arrampicata sul poggiapiedi,con il cucchiaio di legno in mano, il naso ed il mento sporchi di sugo e di besciamella e nel cuore la furia di voler assaggiare subito questa meraviglia.
Quella che fa capolino dal forno la mattina di Natale, mentre si mangia l'antipasto e che Nonna Maria serve in porzioni gigantesche nei piatti di porcellana con le rose.



Quella che è nel mio DNA, nella mia storia, nel mio girovita.
Insomma, QUELLA!

Quindi è con orgoglio ed emozione che vi presento la mia


   LASAGNA DI NATALE 

e partecipo al 42° Mtchallenge 






Ingredienti per il Ragù:



400 g di polpa di manzo (pezzo intero)
400 g di polpa di vitello (pezzo intero)
400 g di lonza di maiale (pezzo intero)
300 g di salsiccia (o salamella mantovana)
200 g di creste trifolate (la ricetta qui)
400 g di pomodori pelati
1 l di brodo di carne 
1 cipolla dorata grossa
2 grosse gambe di sedano
2 carote grosse
1 spicchio d'aglio
Olio EVO
30 g di burro
1 bicchiere di vino rosso (io Barbera)
sale, pepe, due chiodi di garofano, misto spezie
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di Cognac.


  • Tritare finemente cipolla, aglio, sedano e carote.
  • In una pentola di coccio far soffriggere in tre cucchiai di olio EVO ed metà burro, le verdure tritate.
  • Aggiungere il manzo, il vitello e la lonza e far sigillare. Sfumare con il vino.
  • Aggiungere 2 o 3 mestoli di brodo caldo e coprire con il coperchio, abbassando la fiamma.
  • Cuocere per almeno due ore facendo attenzione che il brodo non evapori.
  • A questo punto la carne dovrebbe essere morbida, togliere i pezzi dalla pentola e tagliarli con la mezzaluna rimettendo poi tutto in pentola.
  • Aggiungere i pelati schiacciandoli con la forchetta ed il burro rimasto, (se il caso) aggiungere un mestolo di brodo, aggiungere la salsiccia sbriciolata (o la salamella mantovana), aggiungere 2 chiodi di garofano e la foglia di alloro. 
  • Chiudere di nuovo la pentola e far cuocere almeno 3 ore a fuoco bassissimo, controllando che non si asciughi troppo aggiungendo, se il caso, brodo.
  • Le creste trifolate vengono aggiunte, tritate con la mezzaluna, a questo punto e la cottura continua per un'altra ora.
  • Spegnere il fuoco e aggiungere 1 cucchiaio di Cognac, 1/2 cucchiaino di misto spezie, e sale se occorre. 
  • Lasciare raffreddare coperto sino all'utilizzo.

Ingredienti per la pasta:

200 g di farina di grano tenero 0
100 g di farina di semola rimacinata
3 uova medie freschissime.


  • Formare una fontana sulla spianatoia con le due farine setacciate assieme.
  • Aggiungere le uova al centro e mescolare con una forchetta sino a completo assorbimento delle uova. Lavorare l'impasto fino a che diventerà liscio ed omogeneo.
  • Coprirlo con una ciotola e farlo riposare per almeno 30 minuti.
  • Stendere la pasta con il mattarello molto sottilmente (mia Nonna Maria diceva che dovevi vedere in trasparenza la venatura della spianatoia).
  • Tagliare delle strisce il più possibile regolari e farle asciugare.
  • Scottare le strisce di pasta in acqua abbondante e salata per 1 o 2 minuti circa. Scolarle in una ciotola di acqua fredda e metterle ad asciugare su un canovaccio pulito.


Ingredienti per la besciamella:

1 l latte intero
60 g burro
60 g fecola di patate (la besciamella resta più liscia)
sale, pepe bianco e noce moscata.


  • In un pentolino fare tostare per 5 minuti la farina con il burro.
  • Aggiungere il latte intiepidito a filo sempre mescolando ed evitando di fare grumi.
  • Salare a piacere e rimettere sul fuoco a bollire a fiamma bassissima per circa 20/25 minuti.
  • Spegnere, aggiustare di sale, pepe e noce moscata e lasciare raffreddare coperta.

Come comporre la Lasagna:
Ingredienti:
Pasta raffreddata ed asciugata
Ragù
Besciamella
2 h di Parmigiano Reggiano Grattugiato
1 noce di burro per la teglia.




  • Imburrare la teglia e cospargere qualche cucchiaio di besciamella il fondo della stessa. Aggiungere un paio di cucchiai di Ragù.
  • Adagiare le sfoglie di pasta, aggiungere qualche cucchiaio di Ragù, qualche cucchiaio di besciamella, cospargere con abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato e riprendere gli strati ricominciando con le sfoglie di pasta sino al termine del Ragù.
  • Finire con uno strato di besciamella mescolata con poco Ragù ed una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano.
  • Infornare a 180°C per circa 30/40 minuti (dipende dalla grossezza della teglia) o sino a completa gratinatura della superficie.
  • Sfornare e lasciare riposare 10 minuti prima di porzionare e servire calda.




sabato 11 ottobre 2014

LA MENSA SCOLASTICA, ARC E LE VERDURE.,,, ED E' #THERECIPETIONIST PER LA SECONDA RICETTA




Ho fortuna di avere un figlio che mangia verdura.
Mangia anche i broccoli, gli spinaci, i fagioli.
E' quello che lo ha salvato i primi anni delle elementari: mangiava almeno la verdura, compresa l'insalata condita con l'aceto.
Gli ultimi anni però, anche la verdura era per lui *problematica*. Scotta, a volte in scatola per colore e forma (vedi le carote tutte uguali di un colore simile all'arancio dell'evidenziatore o i fagiolini color verde bottiglia) non riusciva a mangiare nemmeno quella.
La carne ha cominciato a rifiutarla grazie alla Ristorazione scolastica, e solo la mia fantasia nonchè insistenza è riuscita a spiegare che una cosa è la ristorazione scolastica, altra cosa è la cucina di mamma.
Otto anni di mensa. Otto anni di mangiar quasi nulla. Ed una lotta che si è conclusa in Consiglio di Zona, con un progetto portato avanti dai Ragazzi del Consiglio di Zona, per costringere il Comune di Milano ad aprire gli occhi e cambiare la società che distribuisce i pasti; lotta che ha avuto mio figlio come maggior sostenitore.
Alla sedicente cuoca mandata nella classe di mio figlio a parlare delle *qualità* e *bontà* del cibo, è stato suggerito da tutti gli studenti, se davvero lo riteneva buono, di mangiarselo lei. 
Il fatto è che non solo mio figlio, abituato magari bene a casa, faceva fatica a mangiare quanto propinatogli. Anche gli altri bimbi, compresi quelli con le famiglie in difficoltà, non riuscivano a mangiare quanto servito dal servizio mensa.
La cosa più bella di essere *alle medie*? Per Arc non avere più a che fare con la mensa.
Quindi, dicevamo, Arc mangia volentieri le verdure. 




Per assurdo ama i cavoletti di Bruxelles, solo che io, più che lessati o saltati in padella non li so cucinare.
Quindi, quando ho visto questa ricetta da Francesca del Blog Burro e Zucchero, ho voluto provare. Il risultato è stato che in due ci siam mangiati più di una ventina di cavoletti.... e saremmo andati avanti!
Quindi, con questa ricetta partecipo al Contest *The Recipe-tionist di Ottobre*




CAVOLETTI SALUTARI




Ingredienti per 1 persona:
7-8 cavoletti di Bruxelles
Per l’emulsione:
2 cucchiai di aceto balsamico
1 cucchiaio di olio evo
Pepe nero macinato q.b.
½  cucchiaino di timo fresco,
½ cucchiaino di paprika
1 fogliolina di salvia

Per il "crumble":
2 cucchiai di pangrattato
Sale, pepe e prezzemolo tritato q.b.
1 cucchiaio di noci tritate grossolanamente
1 cucchiaio di mandorle tritate grossolanamente
1 cucchiaio di olio evo

Cuocere i cavoletti al vapore togliendo le prime foglie e il torsolo sciacquandoli  
per bene per togliere ogni impurità.
Cuocere per circa 10 minuti da quando si forma il vapore, oppure lessateli in acqua.
Nel frattempo in una ciotola preparate l’emulsione con gli ingredienti indicati mescolando bene.
Fate raffreddare i cavoletti e tuffateli nella ciotola con l’emulsione, in modo che si insaporiscano bene.
Mentre i cavoletti “riposano” preparate il crumble: mischiate gli ingredienti in una ciotola e fate tostare in una padella ben calda per qualche minuto, fino a che non sentirete profumo di pane abbrustolito.
Mettete il tutto in una ciotola e impanate i cavoletti impregnati dell’emulsione, come fareste con delle polpette.

Trasferite i cavoletti in un piatto da portata e cospargerci sopra eventuale crumble avanzato.

mercoledì 8 ottobre 2014

RAVIOLI DI BORRAGINE AL PESTO SVELTO DI NOCI NUOVE per #imagnifici6



Il Martirio rischia grosso! 
In un momento di sacro fuoco di sistemazione terreno, ha pensato bene di sistemare quell'angolo dietro casa dove una volta c'era l'orto e dove, in un angolo, crescevano mazzi di borragine.
Non so che gli ha preso ma me l'ha estirpata tutta e, quando l'ho scoperto ho tentato di salvare il salvabile ripiantando in un angolino alcune delle radici strappate al terreno.
Mi sembra di vedere mio padre tantissimi anni fa mentre, tentando di aiutare il padrone di casa a tenere pulite dalle erbacce le prose con le piantine di pomodoro appena piantate, le estirpò tutte quante! 
Inutile dire che gli fu interdetta l'entrata nella zona dell'orto per diverso tempo.
Tornando al Martirio, mi guardava incredulo ripiantare quanto da lui faticosamente strappato. Non capiva.
Poi, mentre furibonda lo investivo con una raffica di parole per tentare di fargli capire il danno che aveva fatto e che, quelle piante pelosette e quasi urticanti con i fiorellini blu/viola erano un ingrediente prezioso per la mia cucina, tentavo di ripiantare le radici come facessi una rianimazione ad un moribondo.
Qualche cosa sono riuscita a salvare ma, in confronto alla precedente produzione, mi sono dovuta accontentare di un magrissimo raccolto, in attesa che le piantine si consolidino.
Ancora non sembrava convinto, quel *contadino della domenica* che è il Martirio. Quello che con il decespugliatore ha fatto strage delle uniche piante di ribes che avevamo al confine del terreno, o che ha tranciato di netto i fusti delle piante di zucca che erano stoicamente resistite all'assalto delle lumache!
Ho dovuto dimostrare che cosa vale questa pianta spontanea e l'ho fatto una domenica dove mi sono trovata a dover imbastire un pranzo con quel che avevo in casa.
Per un piatto della festa non sempre servono ingredienti costosi o particolarmente pregiati.
A volte basta sapersi guardare attorno e, da una pianta spontanea che cresce nell'orto, dalle uova fresche e da qualche pugno di farina, nascono piccoli capolavori che gratificano senza danneggiare la salute con un eccessivo condimento.

domenica 5 ottobre 2014

ARC E LE TORTINE LIGHT DI FRANCESCA #therecipetionist



C'è baruffa nell'aria... e non è una réclame. 
Brontola. Sbuffa. Mugugna.
Arc sta decisamente affrontando un periodo tosto e, per giunta, a dieta.
Merende meno golose hanno sostituito le tortine ed i dolcetti di Mamma, a volte una mela che, si dice, tolga il medico di torno ma non fa nemmeno gustare l'intervallo. 
Intervallo poi! Pochi minuti in corridoio in mezzo ad una moltitudine di altri ragazzi più grandi che non conosce....
Insomma, gira per casa ripetendo la lezione e arrabbiandosi con Ariel, la micia che, incurante del suo disagio, continua a miagolare ed a condurlo alla ciotola....vuota....
*Ariel, BASTA! Hai appena mangiato, non puoi volerne ancora.... è fame falsa!*
Insomma: a dieta anche la micia.
No. 
Così non va bene.
Debbo intervenire ma se ricomincio con i dolci, i due chili faticosamente persi con due mesi di attenzioni, vanno in fanteria.
Del resto Arc è a dieta non solamente per problemi estetici. Il peso è frutto si di un sano e robusto appetito ma, anche dalle sue ossa che sono più grosse del normale e alla genetica purtroppo non si può porre rimedio solo con una dieta.
Tento nuovamente di concentrarmi leggendo il post di Flavia di Cuocicucidici, c'è una nuova vincitrice del contest THE RECIPE-TIONIST....Francesca di Burro e Zucchero.

venerdì 3 ottobre 2014

TRECCIA DOLCE CON UVETTA E ZENZERO PER I MAGNIFICI 6 DI GIROLIO D'ITALIA.



Pane come alimento base della nostra tradizione. 
Pane come elemento indispensabile della nostra dieta. 
Pane per accompagnare pietanze ma anche come dolce, una coccola inaspettata semplice come una carezza.
Impastare il pane è da sempre una delle pratiche di cucina che mi danno soddisfazione. Mi tengono in allenamento muscoli e sentimenti.
Perchè impastare il pane, per me, è prima di tutto un'azione quasi liberatoria.
Quando sono piena di pensieri, preoccupazioni, dubbi, tolgo la spianatoia dal suo angolino, l'appoggio sul tavolo e comincio ad impastare.
I gesti ritmati, antichi, sapienti, mi aiutano a far tornare chiarezza e a prendere a volte decisioni difficili.
Massaggiare l'impasto apparentemente inerte, metterlo a riposare, vederlo crescere, mi fa riprendere le misure con la mia vita.
Così uno degli scorsi sabati sera, mentre la famiglia si dilettava con quanto proposto dalle reti televisive nazionali, ho messo le *mani in pasta* e, con la calma che regnava in una sera umida di Settembre, davanti al camino acceso, ho cominciato a formare una treccia dolce per la colazione della domenica mattina.
Gli ingredienti li ho trovati nella dispensa, semplici, come il pane.