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giovedì 30 maggio 2013

LE SERE DELLA DOMENICA E... LA PIZZA




Per noi la domenica, quando siamo a Milano, significa Pizza.
Con gli amici di sempre, con il fratellone,  anche da soli davanti alla televisione mentre Arc contratta sull'ora in cui andare a letto.
Quando ci sono gli amici, solitamente per non far avverare la famosissima legge di Murphy e per godermi appieno la domenica, chiamiamo la delivery da un locale vicino a casa che fa una buonissima pizza al taglio, alta, soffice e digeribile.

Quando siamo solo noi e magari il fratellone beh, la faccio io.

Anche quando c'è la suocera, la faccio io. Perchè da quando l'ha assaggiata, vuole solo la mia... ed è persino disposta a venire a prendersela lei a casa mia!

Anni e anni di esperimenti più o meno riusciti. Alcune dure come il muro, altre soffici ma poco digeribili.... poi arriva Lei, il suo blog pieno di consigli e di foto fantastiche. Pubblica una pizza meravigliosa ed un link: questo.
Stampo la ricetta addirittura in due copie in modo da averla anche in montagna visto che il primo esperimento è stato meraviglioso.

Poi perdo puntualmente la ricetta (ho il sospetto che sia stata *riciclata* per qualche disegno di Arc ma... non indago)... e pure il link non mi funziona o me lo *fumo* (guai a chi fa dello spirito!!!)

sabato 25 maggio 2013

A VOLTE RITORNANO.... E I MUFFIN AL MIELE



Si: *a volte ritornano*! Sto parlando della mia partecipazione ad un contest che ho un po' abbandonato...
Ma mi riferisco anche alle vecchie abitudini.

Ora, chi se li ricorda telefilm di quando ero bambina : 1999 - UFO Allarme rosso attacco alla terra? Chi si ricorda la famosissima BASE LUNA? (Con questo mi sono datata.... ma GUAI a chi lo sottolineerà.. dixit) Ecco, se dovessi rivedere oggi i telefilm in questione, mi parrebbe di vivere non nel futuro ma ... OLTRE.
Viviamo attaccati alla tecnologia come le cozze ad uno scoglio. Se ci tolgono il telefonino siam finiti... (tranne mia suocera e il Martirio che si dimenticano persino di accenderlo).
Dalla *rete* scarichiamo di tutto: ricette, ricerche, ricette mediche...
Con la *rete* facciamo di tutto ... senza tomtom o siri o vattelapesca-dove-ti-porto-la-macchina.... non ci muoviamo (io ho pure seri problemi utilizzandoli... ma non faccio storia)
Passiamo ore attaccati ai video, per vedere le partite, per chattare (una volta si chiacchierava) con le amiche, per scrivere appunti, prenotiamo viaggi e vacanze e pure visite mediche, test clinici e vediamo a che punto è arrivato il nostro conto bancario.
Leggiamo notizie e racconti, libri interi....

martedì 21 maggio 2013

UNA TIELLA E LE LITI IN CORTE.... MARIA SI INGEGNA...

 



Stamattina c'è una confusione in corte! Maria non capisce cosa sia tutta quella *russia*! Voci, grida, e tutte le donne sono fuori sulla ringhiera a godersi lo spettacolo de *la purtinara* che litiga con la signora del primo piano, quella nuova arrivata due mesi fa con il marito dal Salento. 
Certo che *la purtinara* litiga sempre con tutti ... non ne fa scappare una! Ha sempre da ridire, da criticare, da insegnare insomma si impiccia e non le va mai bene niente!
Ha da ridire su tutti perchè la cucina fa odore, nessuno sa far da mangiare bene come lei, tutti cucinano storpiando le ricette che solo LEI conosce...
Ed a tutte chiede cosa ci mette in questo, come fa quell'altro ma... solo per dire che: no lei sola ha la vera ricetta!
Maria non sa nemmeno perchè ci sia stata rissa ma, messo via il grembiule , scende le scale e va a bussare alla porta di Mari (si chiama così la signora del primo piano) ed è quella che ha voluto sapere come faceva le lasagne Maria. Simpatica ed il marito.... udite udite... sa cucinare!!!
Maria bussa alla porta e Mari le apre inviperita! Comincia a sfogarsi parlando in un dialetto fitto fitto che Maria non riesce a capire.
*Calma sciùra Mari, che ghe ven el sciopun!* (trad. si calmi che le prende una sincope)
Intanto un profumo buonissimo viene dal cucinino... Maria cerca di calmare la comare ma, non riesce a concentrarsi per il profumo spettacolare.
Finalmente l'amica si cheta e le spiega che proprio il profumo è stata la causa del litigio in corte! La purtinara aveva sentito quel profumino e le ha chiesto che aveva cucinato. La taieddhra con risopatatecozze....ma a cucinarla era stato Cristian (che nome strano, a Milan non ne conosce di mariti con quel nome lì). 

domenica 19 maggio 2013

DI MARTIRII... DI ERESIE... ED UNA TIELLA INCOZZATA NERA PER MTC



Ho iniziato a partecipare alla sfida mensile dell'MTChallenge oltre un anno fa e mi sono quasi sempre divertita a re-interpretare ricette differenti, tecniche di cottura mai provate, alcune con successo ed altre con meno.
Alcune erano nel mio quotidiano, come le tagliatelle o le scaloppine, altre mai e poi mai cucinate, come il Chili che mi ha visto ricredere.
Mi sono confrontata con culture differenti, ho imparato a rispettarle e mi ha fatto crescere, e non solo come conoscenze culinarie, ma come persona.
Ho sempre cercato di adattare le ricette proposte alla tavola dove le portavo, quella di casa mia, con i gusti difficili del Martirio, le preferenze di Arc, la mia voglia di cambiare.
Sempre coinvolti loro ed in prima linea io, ho spesso dovuto scontrarmi con la riluttanza del Martirio che non ha ancora capito di quanto sia gratificante per me mettermi a cucinare e ad imparare nuove ricette senza vincere niente....
Brontola, battibecca, mi *rema contro* ... ma intanto mangia!
E se togliamo le poche volte che ho trovato il pesce negli ingredienti, ha pure approvato quando addirittura non mi ha fatto *reclame*.
Questa volta ancora pesce... sob. Che faccio? Getto la spugna o preparo per me ed il cucciolo? Poi se partiamo dalla ricetta base, quella proposta dal vincitore della scorsa tornata, Cristian bisogna dire che le cozze il Martirio le mangia. Non si entusiasma ma qui penso sia una presa di posizione.
Poi il mare di polemiche su quanto la tradizione non si debba stravolgere... beh, mi ero quasi convinta a star sulle mie e saltare il turno visto che poi non avevo idee per trovare una proposta degna degli altri partecipanti.
Poi il gusto della sfida ha prevalso e la polemica innescata da ambienti esterni... ha dato una scossa al mio Highlander che si è messo in moto.
Insomma, tradizione è tradizione e su questo non ci piove, ma la sfida che affrontiamo non solo rispetta le tradizioni delle zone più disparate, ma ci chiede di pensare a come riproporle, magari in altre dove non sono facilmente reperibili gli ingredienti principali.

martedì 14 maggio 2013

ADDIO ERMANNO : UN UOMO PERBENE



Oggi un appello sulla stampa ci parlava di un pensionato, con un giornale sulle ginocchia, la tv sempre accesa, solo e malato. 
Oggi ho un altro pensionato che ha la mia attenzione ed il mio sgomento:
Ermanno Masini, 64 anni, ha chiuso gli occhi. 
Il fatto che fosse stato un collega di mio marito, non cambia poi molto nella fine che ha fatto. Fa solo saltare agli occhi quanto sia diventato *facile* morire per mano di un altro essere umano.
Un uomo tranquillo che portava a spasso il cane in una mattina di un maggio che parte un po’ in sordina. 
Un uomo buono e *PERBENE* ed ora giace in una cella fredda dell’obitorio di Niguarda.
Non è stato ne’ un politico ne’ un magnate dell’industria, quindi buono era pure prima che passasse la falce (o in questo caso il piccone) a strappare l’ultimo respiro, l’ultima telefonata al figlio, l’ultimo saluto al vicino di casa, la chiacchierata con il conoscente; e non lo è divenuto per pietoso riconoscimento dopo essere passato da quel confine che par dimenticare quello che si è stati *prima*. 
Non ci saranno interi telegiornali dedicati a quanto bene avrà fatto in vita, non ci saranno dibattiti *su di lui* ma per qualche giorno si parlerà di accoglienza, di integrazione, magari anche di razzismo … poi l’oblio.
Fosse solo l’oblio! 

Il lato triste di tutta questa situazione sarà che la punizione per chi ha colpito con così tanta ferocia, è che, pur reo confesso, avrà tutte le attenuanti a suo favore. Avrà una pena che sicuramente non*peserà* quanto il respiro di Ermanno, non sarà essenziale come l’affetto che mancherà alla sua famiglia.

Non ne faccio una questione razziale. Non voglio nemmeno entrare nel merito di CHI ha colpito.

Voglio chiedere ai nostri governanti, legislatori, di farsi un esame di coscienza. 
Di pensare al perché le nostre leggi così facilmente non vengano rispettate. 
Di spiegarmi perché si abbia il diritto di essere massacrati ma mai di difenderci perché il reato di *abuso di legittima difesa* è riconosciuto e punito più facilmente di quello di omicidio volontario anche quando si è appena stati massacrati di botte durante una rapina.

Voglio (ed uso l’imperativo del verbo volere coscientemente) che mi spieghino perché le pene comminate non vengano quasi mai scontate.
Voglio che mi aiutino a spiegare a mio figlio non ancora decenne, perché si debbano rispettare le leggi e la vita degli altri quando la cronaca e la *vita* (quella balorda, minuscola, della povera gente) viene segnata da tanta ferocia, dalla legge del più arrogante, o del più forte.
Voglio che spieghino perché io devo accettare di accogliere allo stesso modo chi lavora duramente e chi delinque… e questo, permettetemi,  è razzismo al contrario indipendentemente dalla provenienza, dal colore della pelle o dalla religione.
Lo chiedo da cittadina, come ce ne sono milioni in questa nostra Italia da Far West, di quelle che pagano tasse e pure multe quando sbagliano, di quelle che mantengono da secoli con il proprio lavoro chi siede nei luoghi di quel potere che logora solo la povera gente; la stessa gente che si fa la stessa domanda.
Da cittadina che farà del suo meglio per crescere un figlio PERBENE…. a dispetto degli esempi che ci vengono dati ogni giorno.

Io so che ho sempre più timore di scoprire dietro la maschera di chi mi
avvicina, un altro individuo che non ha rispetto del valore della Vita  e  mi
spaventa ancor di più veder avvicinarsi il giorno in cui chiunque si sentirà
ferito, attaccato o solo vilipeso,  non potrà più sperare in una difesa da parte 
della Legge (quella che si scrive ancora con la maiuscola) quella dei Falcone,
dei Borsellino, ma anche dei vari Agenti sottopagati.

Addio Ermanno, uomo PERBENE che nemmeno lo volevi il tuo nome sul 
giornale. Non avevi bisogno di farti vedere perchè la tua era Vita, di quella 
sudata, vissuta ad ogni battito e sei finito lì, nei giardini sotto la violenza 
feroce di chi son sicura saresti capace di difendere... da vivo.

A chi siede al potere chiedo che non sacrifichi, con la nostra dignità, pure le nostre speranze e le nostre esistenze da GENTE PERBENE sugli altari della politica, del potere o dei miseri interessi personali e che FINALMENTE le pene siano giuste e scontate fino all'ultimo secondo.

Per Ermanno, per noi ed i nostri figli... e per la dignità del nostro Paese.

In fede,

Eleonora
Una cittadina qualunque che non riesce a spiegare che con questa parole dettate dal cuore la difficoltà ed il desiderio di riconoscersi in questa povera Italia.



domenica 12 maggio 2013

LA MIA FESTA DELLA MAMMA



Una festa è una festa ma la mia è stata speciale.
Non un caso, forse, che coincidesse con la Prima Comunione di Arc.
Il cuore di ogni mamma si esalta e si emoziona in tante piccole e grandi circostanze e per tutti i piccoli doni che i nostri ragazzi ci danno, anche quando non sembrano ricordarsene.


Un mazzo di fiori, ma fiori di zucchero i miei, quelli che Arc ha voluto per la torta che festeggiava questo passo grande ed importante. Tanto grande e tanto importante per un piccolo scricciolo come lui.
Sono tornate alla mente tutte le speranze, spesso disattese, le disperazioni, gli insuccessi.

Tutta la ricerca fatta con il cuore e con l'anima tutta per questa Vita che il Cielo mi ha donato.
Un regalo quello di oggi, vissuto sull'altare insieme a tutti gli altri e, tra le lacrime, vedevo un miracolo, cercato voluto ma un MIRACOLO. Vederlo ricevere l'Eucarestia e sapere che sul suo capo c'è la mano di un Padre che perdona è stata la festa della mamma che non credevo potessi mai vedere... solo poco più di una decina di anni fa.

Ecco dunque la torta che ho fatto per il mio piccolo Cuore di zucchero. Una torta che ha scelto lui, e che io ho cercato di realizzare al meglio, e che è piaciuta tantissimo.

giovedì 9 maggio 2013

LA GESA DI LUSERT



Una chiesa piccolissima 
persa e quasi nascosta
nello spartitraffico di Via Lorenteggio, 
nella parte Ovest di Milano. 

Non par nemmeno una chiesa ma me la ricordo lì da sempre.
Da quando bambina, assieme a Nonna Maria, 
passavo e attraversavamo facendo attenzione alle auto,
camminavamo su quei pochi metri di erba
che a Milano par già un miracolo.
Le porte erano aperte, l'interno buio e silenzioso.
Sui muri ombre di pitture ma sporche e dimenticate.

Santa Caterina che sorvegliava dal lato
le spalle curve di chi si fermava a pregare.
Muri freddi ma pieni del calore delle preghiere
di chi, come noi, una candela entrava e l'accendeva.
Poi gli anni son passati e la porta della chiesa fu chiusa.
Nessuna preghiera, nessuna candela.
Il restauro ha riportato vita sulle pareti,
i disegni han ripreso colore e forma.
Un lavoro di cuori e mani innamorate.

Puliti, quasi lavati dall'abbandono 
tornano a mostrarsi ed a far tremare il mio cuore
quando le porte si aprono di nuovo.
Stesso spartitraffico, 
quello che vedo ogni sera dal finestrino del bus
mentre torno stanca verso casa.
L'erba cresce ancora, ma non viene più calpestata
se non da passanti frettolosi
o dai cagnolini dei palazzi di fronte.
La porta è chiusa ma spesso dei ceri vengono lasciati
quasi a guardia fedele
delle grazie chieste e concesse.

Sono tornata alcuni giorni fa
alla Gesa di lusert
con tra le mie la mano di mio figlio
che sembrava cercare la bimba che ero stata.

Alla Madonna dell'abside uno sguardo è corso
ed è stato uno sguardo d'intesa, 
e non ci sono state parole...
ma un *grazie* dopo QUELLA preghiera
che spesso e andata a Lei 
ed alla quale stringo la mano mentre sorrido
e torno un po' bambina.


** La Gesa di Lusert è l'Oratorio di San Protaso al Lorenteggio... viene curata, accudita e difesa dai vandali da un nutrito gruppo di persone che, onde diffondere in modo corretto le informazioni da loro raccolte, ha creato un sito ... questo ... andate a visitarlo e vedrete che leggende e notizie, credenze a dati storici raccolti dipingono tutta l'amore e la devozione per questo parte della nostra storia, che ancora affascina chi la scopre.


domenica 5 maggio 2013

Il Texas dolce come un lenzuolo di cioccolato








Una raccolta di ricette texane, un blog di cucina Emmetichallenge che le *organizza* chiedendo di proporsi per pubblicarle ed è più forte di me, mi propongo subito per pubblicarne una e…. di una torta… sa va sans dire.
Sarà poi un caso, ma pure in televisione stanno riproponendo i film di John Wayne e company e me li sto rivedendo tutti con mio figlio, ritornando un po’ bambina. 
 
Per tutta l’infanzia le mie serate davanti alla televisione sono state scandite dalla passione *compulsiva* di mio padre per John Wayne! Credo di averli visti tutti quanti per almeno una decina di volte ciascuno, con mio padre che, ogni volta, affermava di non aver ancora visto *questo* film. 

Il fatto si spiegava quando alla terza scena…. crollava addormentato e si perdeva non solo la fine del film, ma pure l’inizio!!

In tutta la mia vita poi, di texani  veraci ne ho conosciuti solo un paio.

Il primo un Ingegnere che venne a chiudere una commessa con il mio ex capo, direttamente da Dallas una trentina di anni fa quando, appena assunta da una multinazionale che trattava di impianti e valvole installate anche su impianti petroliferi, ero la segretaria del direttore.

Immaginatevi la scena: il mio capo mi aveva preannunciato la visita dell’Ingegnere in questione. Prenotai l’albergo, preparammo la documentazione per chiudere il contratto…. mancava solo lui. Ed arrivò con tanto di stivaloni borchiati, cappello da cowboy e la camicia con il colletto chiuso da una fermaglio a forma di aquila che chiudeva una stringa di cuoio.

Mi pareva di trovarmi davanti JR del telefilm Dallas e mi prese così alla sprovvista che, una volta aperta la porta… mi sfuggì un mezzo urlo. L’intervento del mio ex capo, accorso per prendere la situazione in pugno, finì miseramente con lui a bocca letteralmente spalancata, che fissava questo tipo al quale mancavano solo il cavallo e gli speroni e la sottoscritta che con un passo incerto lo precedeva in sala riunioni.

La seconda Texana… è stata Laurel Evans ed è dal suo libro che ho tratto questa ricetta. L’ho incontrata ad una serata in un locale, dove ci ha mostrato come si cuociono le *chicken wings* quelle piccanti. Ricetta che ho provato a riproporre in una versione *mild* visto che il Martirio non apprezza particolarmente il piccante.

Ma il Texas , per me, sono pure le canzoni di Dolly Parton e le avventure di Tex Willer che leggevo voracemente da piccola sottraendo al fratello minore i tanto amati giornaletti, per seguire le avventure di Tex* Aquila della Notte*, Kit Karson *Capelli d’argento* , Kit *Piccolo Falco* , e Tiger Jack l’indiano.
Quelli che combattevano contro i cattivi, sotto un sole cocente, tra serpenti a sonagli e banditi. Quelli che di donne ne vedevano pochine come la moglie di Tex che han seppellito subito al primo numero e poche altre.
Quelli che, finite le fatiche di stender i cattivi, ambiscono solo ad una bistecca altra tre dita con una montagna di patatine e un boccale di  birra gelata.

Gli stessi giornaletti che leggeva il Martirio e che un po’ si atteggia ancora a fare il TexWiller… quando siamo in campagna.

Il Texas del mio immaginario è fatto di banditi, di cavalcate, di barbeque nei ranch, con tanti amici come nel film *Il Gigante*.

Un barbeque come quello che vede spesso riuniti gli amici che mi vengono a trovare nella casa di campagna, con il profumo della carne che arrostisce sulla brace, le insalate fresche ed il pane abbrustolito.

Quale modo di chiudere poi una grigliata country con gli amici? Ma una torta, che diamine!!

E la torta eccola uscire dalle pagine del libro di Laurel Evans: La cucina Tex-Mex.

Una torta di casa, di quelle che si fanno perché *di famiglia*, quelle che si condividono e che rendono le riunioni tra amici meno formali.

Una torta piatta detta torta *lenzuolo* che non ha bisogno di troppi *fronzoli*. Scura come le notti nel Texas, dolce come l’affetto degli amici, e ricca come le noci che la abbelliscono e gli amici che ci sono preziosi.

L’ho portata alla pizzata della domenica ed è piaciuta e… sarà la torta della prossima riunione in campagna, perché è bello condividere il buono con gli amici.

 

Texas Sheet Cake – Torta piatta al cioccolato
 

Per la torta:

260 g di farina
300 g di zucchero
½ cucchiaino di sale
½ cucchiaino di cannella
½ cucchiaino di peperoncino
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
75 g di cacao in polvere
230 g di burro (il mio home-made)
230 ml di acqua bollente
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (il mio home-made)

 

Per la glassa:

100 g di noci pecan tritate
120 g di burro
30 g di cacao
100 ml di latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
½ cucchiaino di cannella
350 g di zucchero a velo.



Scaldare il forno a 200°C. Imburrate una teglia rettangolare 22x33cm.

In una ciotola setacciare insieme la farina, lo zucchero, il sale, il bicarbonato e le spezie; mettere da parte.

Sciogliere il burro in una pentola a fuoco basso, quindi incorporare il cacao.

Unire l’acqua bollente e lasciare bollire per 30 secondi, quindi spegnere il fuoco.

Unire il composto di acqua e cacao con la miscela di farina e mescolare bene. Incorporare le uova e il latticello.

Versare l’impasto nella teglia preparata e infornare per circa 30 minuti, o finchè uno stecchino di legno infilato al centro ne esce pulito.

Mentre la torta cuoce, preparare la glassa: sciogliere il burro in una pentola a fuoco basso, quindi incorporare il cacao e mescolare bene. Togliere dl fuoco. Incorporare il latte, vaniglia e zucchero a velo e girare bene. Aggiungere le noci pecan e mescolare.

Appena sfornata la torta, stendervi sopra la glassa. Fare raffreddare prima di tagliare il dolce a fette quadrate e servire.

 

Note mie:

1 – Il latticello l’ho ottenuto dalla lavorazione del burro in casa come spiegato qui.

2  – L’impasto risulta molto liquido… non disperare… in cottura si solidifica!

3 – La ricetta dice 30 minuti di cottura, dipende dalla grossezza della teglia, la mia è cotta in 25 minuti in quanto la teglia era un poco più grande.

mercoledì 1 maggio 2013

UNA MARMELLATA PER I....


Ad annunciarmelo era venuta di persona il pomeriggio di un sabato fatto di corse, di spesa, di faccende. 
Una pausa che ho preso volentieri per un te nella pasticceria vicino al grande magazzino con la voglia di chiacchiere con un'Amica...
E con il te una notizia fantastica: incinta.
Un'Amica con gli occhi grandi e spalancati sul mondo. 
Un'Amica che ha sempre un sorriso che arriva *da dentro*. 
Una giovane donna che affronta la vita a testa bassa ma che lotta come tutti contro tanti contrattempi; che usciva da un periodo di complicazioni varie, ma che portava una notizia grandissima: quella di una nuova Vita.
La prima a saperlo: ed un tuffo al cuore. Il ricordo di *quel* momento che porta un che di magico, di portentoso.
Una forza che fa superare tutto perchè ADESSO c'è il MOTIVO che ti da la forza e la voglia di andare avanti.
E quella forza è femmina, è nata lunedì mattina, e si merita tutto il bene del mondo.
A lei, agli occhi grandi della sua bellissima mamma ed al suo papà auguro la fortuna e felicità che si meritano... e tengo un baratto di questa marmellata, testata dal mio Arc, per la prima colazione o per la merenda di questa giovane mamma, perchè è dolce ma di sostanza, come lei!






Benarrivata I.

MARMELLATA DI FRAGOLE E GIN.



Ingredienti per 3 vasetti medi della Bormioli

1,5 kg di fragole mature ma sode
1 cucchiaio di  succo di limone bio
450 gr. zucchero di canna
450 gr. zucchero semolato
1/2 bicchiere di Gin 

Lavare bene ed asciugare con un canovaccio pulito le fragole.
Mondarle dei piccioli e tagliarle a pezzettoni (si devono sentire).
Metterle in una grossa ciotola con il succo di limone e lo zucchero per una mezz'oretta circa.
Cuocerle in una pentola larga e bassa su fuoco medio continuando a schiumare e mescolare fino a che la temperatura della marmellata raggiungerà i 105°C.
Se non possedete un termometro, utilizzate il vecchio trucco del piattino. Una goccia di marmellata versata su un piattino inclinato, si fermerà subito se pronta.
A questo punto versare il gin, mescolare bene e cuocere per altri 5 minuti.
Spegnere ed invasare in vasi di vetro sterilizzati che lascerete raffreddare capovolti perchè si crei il vuoto.
Buona sul pane, sulle fette biscottate, nello yogurt e... pure a cucchiaiate!