Questo sito utilizza i cookie per gestire e migliorare la tua esperienza di navigazione del sito. Proseguendo con la navigazione accetti l’utilizzo dei cookies. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consultate la nostra politica sui cookies.

domenica 28 aprile 2013

IL CHILI CHE NON VOLEVO FARE...



Ho sempre avuto la certezza che la cucina abbia un effetto terapeutico su di me, e negli anni mi sono sempre rifugiata tra i fornelli quando il mio cervello ed il mio cuore erano in subbuglio.
Quando i sentimenti erano così forti e contrastanti da lasciarmi stordita, come dopo una crisi epilettica... basita.
Anche questa volta ho dovuto ripetere gesti, movimenti, ritmi ... per calmare il tumulto che avevo nel cuore. Ricordi che tornano con lo stesso dolore… la stessa ferita che non si vuole rimarginare.

Ricapitoliamo: da mesi, puntuale (anche troppo) partecipo per diletto ad una sfida che vede coinvolte tantissimi altri foodblogger che, sulla base di una *sfida* lanciata dal vincitore della precedente, si confronta e ri-elabora ricette che sono state le più disparate. Da questa sfida è nato un blog MTChallenge

Si passa dalle varie ricette regionali Italiane, ad altre di culture molto lontane o legate a credo religiosi differenti.
In tutte queste sfide ci sono spunti per superare dei limiti, delle remore, delle difficoltà.
E' una gara ma è anche una gran scuola di cucina, nel senso più tecnico della parola: cucina!

In questo mondo, dicevo, non sono l'unica che si confronta, impara e condivide esperienze e conoscenze proprie e non.

Questo gruppo eterogeneo di appassionati ed appassionate il più delle volte resta nell'ambito *virtuale* come va tanto di moda al giorno d'oggi. Ma, alcune volte, queste sfere, questi pianeti vaganti nell'universo della *rete* si sfiorano, si riconoscono come affini, come persone *vere* al di la dei nomi, dei colori, dei credo.

Pensieri e schegge di vita si scambiano, dietro ai video illuminati nei mille e mille posti di questo nostro mondo vero e crudo.

A volte ci si incontra per davvero, un po' per caso, un po' per scherzo. A volte si condividono gioie e chiacchiere a ore tarde per fusi orari ma, più spesso, per usare tutte le briciole di tempo rimaste. Alcuni di noi hanno una vita complicata, altri se la complicano per questa passione. Molti si cercano, si trovano, stranamente si *riconoscono*.
Poi scherzi, battute si sprecano ma... e qui arriviamo al tumulto odierno... arrivano anche i momenti neri.

Arriva la Vita vera a sbatterti in faccia la sua crudezza... arriva il Male quello bastardo, ma arriva anche il coraggio e la solidarietà nella lotta.

Arriva la voglia di pregare, per chi sa farlo ancora, per chi non hai mai conosciuto di persona. Per quello che vedi come un nome e che potrebbe essere tutti i nomi e nessuno.

Quelli dove il cuore cade a pezzi.... Ed è lì, da dietro un video che riluce artificiale davanti ad occhi stanchi, che immagini altri occhi ... disperati... a cercare di non voler credere che lui sia partito.

Tante migliaia di chilometri separano te, dietro questo video, da quegli occhi.

Tante migliaia di chilometri separano te da chi vorresti accompagnare con una preghiera.

E non hai voglia di pensare perché questo dolore lo conosci, lo ricordi.

Esci e trovi che pure il tempo piange.

Lacrima sulla vita inclemente che ti fa piegar la testa sotto il battere incessante dei suoi rintocchi.

Torni e la cucina ti pare l’unico posto quieto della casa, l’unico luogo dove tu hai il dominio degli elementi… e cucini.

Cucini un piatto che non ti entusiasma. Lo fai perché vorresti poterlo fare per chi non c’è… ma non si è arreso. Lo fai perché vorresti farlo per lei, che lo piange… perché quando non puoi più nutrire le speranze… nutri il corpo e la mente affinchè ricordi, ed i ricordi non muoiano mai!

Non ci sono nomi, non ci sono nemmeno cognomi…. ci sono solo sentimenti in questo chilli che non avrei voluto fare.... perchè la terra ti sia lieve R....

 

TEXAS RED – CHILI CON CARNE  FAGIOLI  DI SALUGGIA UBRIACHI E TORTILLAS CON FARINA DI MAIS.



(Chili e Tortillas tratte dal libro LA CUCINA TEX-MEX di L. Evans)


Ingredienti per 10 Tortillas

160 g di farina manitoba – 80 g di farina di mais (fioretto) – 30 g di olio di mais – 120 ml di acqua. – ½ cucchiaino di sale

 
Mescolate la farina manitoba, la farina di mais e l’olio in una ciotola di media grandezza. Versatevi gradatamente l’acqua mescolando ancora fino ad ottenere una pasta morbida. Impastate brevemente fino a quando l’impasto sarà liscio. Se dovesse risultare troppo appiccicoso, aggiungete un altro cucchiaio di farina.
Dividete l'impasto in 10 pezzi di ugual misura e modellatelo in palline rotonde. Durante questa operazione l'impasto dev'essere ricoperto da un panno umido.
Scaldate la piastra senza ungerla. Dovrà essere molto calda. Stendete la pallina in un disco piatto di circa 15 cm di diametro. Cuocete la tortilla nella padella calda per 30 secondi o 1 minuto per lato finchè sarà cotta e punteggiata di piccole macchie marroni. Trasferitela in un cestino o un piatto foderato con un panno pulito e coprite con un telo da cucina per tenerla calda. Ripetere l'operazione con le tortillas restanti, impilandole una sopra l'altra e tenendole coperte col telo. Servitele calde.
Per riscaldarle, avvolgetele in un telo asciutto e mettetele in forno a 160°C per 10 minuti.

Ingredienti per Fagioli di Saluggia ubriachi
dosi per 8-10 persone

500 g di fagioli di Saluggia secchi
1 cipolla bionda tagliata sottile
200 gr. di pancetta pepata tritata sottile
1 bicchiere di vino rosso (io chianti)
1 ramoscello di rosmarino
1 foglia di alloro
2 mestoli di brodo di verdure
pepe, sale
1 chiodo di garofano
Olio EVO

Mettere a bagno i fagioli per almeno 12 ore in una ciotola con acqua fredda.
Far rosolare la pancetta in un paio di cucchiai di olio EVO in una pentola capace.
Togliere la pancetta e far rosolare la cipolla. Aggiungere il rosmarino, l'alloro e i fagioli.
Versare il vino e far sfumare a fuoco alto.
Dopo 10 minuti abbassare la fiamma, aggiungere il brodo, il chiodo di garofano ed il pepe.
Far cuocere coperti per circa 1 ora a fuoco bassissimo. Se ancora risultassero poco teneri, aggiungere altro brodo e continuare la cottura per altri 15 minuti.
Spegnere e lasciare coperti in caldo. Servire con il chili.

Ingredienti per *Texas Red* chili di carne
per 8 persone



2 peperoncini ancho secchi (io 2 peperoncini calabresi)
4 fette di bacon (io 200g di pancetta al pepe)
1 kg di polpa di spalla tagliata a cubetti di 1 cm. asciugati bene con carta da
   cucina
1 cipolla grande tritata
4 spicchi di aglio (io 3 di aglio fresco tritati)
120 ml di caffè americano
1 bottiglia di birra da 33 cl
1 scatola di pelati interi (io 3 pomodori fresci tagliati a pezzetti)
230 ml di acqua
1 pizzico di cannella
1 pizzico di chiodi di garofano
1 cucchiaino di coriandolo macinato
2 cucchiaini di cumino macinato (io non li avevo ... ho messo la noce moscata)
2 peperoncini chipotle in adobo (io 1 abanero fresco fatto prima tostare in
  padella) privati di gambo e semi.
sale a piacere
2 cucchiai di masa harina (io fioretto)

Tostate i peperoncini secchi in una padella di ghisa a fuoco medio per pochi minuti per lato. Traferiteli in una ciotola, copriteli con acqua fredda e lasciateli a bagno per 30 minuti.
In una casseruola capiente (la mia di coccio) scaldate con poico olio la pancetta finchè è ben dorata e croccante. Trasferitela su un tagliere e tritatela, lasciando il grasso di cottura nella casseruola a fuoco medio.
Rosolatevi metà dei cubetti di carne finchè sono marroni, trasferiteli in una ciotola, lasciando tutti i succhi di cottura nella pentola, quindi rosolatevi l'altra metà dei cubetti e trasferite cnahe questi nella ciotola. Cuocete le cipolle nella stessa casseruola per 5 minuti, poi unite la carne rosolata, aglio, caffè, birra, pomodori, acqua, bacon tritato e spezie. Portate a bollore, poi abbassate la fiamma e fate sobbollire.
Scolate i peperoncini, privateli dei semi e metteteli nella tazza del frullatore insieme al peperoncino abanero e a 120 ml di acqua fredda. Frullate fino ad ottenere una crema liscia, quindi versatela nella casseruola. (Fatelo poco per volta...è fortissimo!)
Lasciate sobbollire il chili per 4-5 ore, scoperto, a fuoco lentissimo. Assaggiate ogni ora aggiustando il sale e di altre spezie se necessario. Aggiungete ancora pocoa acqua se si dovesse asciugare troppo, ma tenete presente che il prodotto finale dovrebbe somigliare più a uno stufato che a una zuppa.
In una ciotolina unite la farina fioretto con 4 cucchiai del sugo di cottura, mescolate finchè diventa una crema liscia, quindi aggiungetela al chilli. Fate sobbollire ancora 20-30 minuti.

Servire con le tortillas e con i Fagioli di Saluggia.

Con questa ricetta partecipo alla sfida del mese di Aprile 2013 di MTChallenge
con la ricetta di Anne del Chilli con carne



giovedì 25 aprile 2013

Il mio 25 Aprile


Tornare dopo ventidue anni
e trovare la stessa penombra,
la luce che si confonde con le preghiere.

Figure sul muro mi spiano e leggono nei miei pensieri.
I ricordi si rincorrono ritmati dal respiro.

Chiudo gli occhi e lo rivedo lì
all'altare ad aspettarmi,
per camminare assieme sui ciotoli della vita.





Ed esco di nuovo e la carezza del sole,
l'ombra che ci accompagna tenendoci la mano.
Si staglia con le sue campane e quasi gioca dietro i rami.
Come tutte le volte che passo sul ponte mentre rientro a casa.















Come il mio "nume tutelare"
Come la mia buona stella
Come la coscienza buona
Come le buone intenzioni
Come le scelte giuste
Come l'aria che respiro










 

C'è . Come ci sei tu.

Come il saluto ad una sposa... nei ricordi di una moglie.

Come ventidue rintocchi del cuore
per scandire ancora
... lo voglio!

lunedì 22 aprile 2013

Una domenica *uguale* ed un risotto che ricarica!



A volte si aspetta il fine settimana dal Lunedì.
Lo aspetti perchè lo sai già che sarà una settimana pesante, quella che hai davanti. Sai già che ti lascerà senza forze e quindi ti aspetti un fine settimana tranquillo, di quelli che ti prendi un libro e ti rilassi. Dove magari ti avanza il tempo per farti una manicure, un giro per negozi ma non di corsa ... con calma.
Invece ci piombi dentro, nel fine settimana, e.... non cambia il ritmo!
Spesa, faccende e poi ci sono le commissioni che non riesci a fare durante la settimana.
C'è la comunione di tuo figlio che incombe e i confetti da comprare, il menù da definire ed il tutto mentre continua a piovere e le strade si intasano nella Milano che oramai è solo bevuta e non da bere.
Se avanzi due minuti è già tardi ... ed il sabato si è già dissolto.
Poi arriva la domenica ed il tempo non si ferma ed il ritmo nemmeno. C'è il cambio di stagione negli armadi e poi le fragole che hai comprato per farne marmellata.... devi trovare il tempo anche per quella.
E corri di nuovo come fosse una gara ad ostacoli. A sistemare casa a far da mangiare .... magari un risottino, visto che ancora piove e fa freddo.
Un risottino ma... con che cosa che non ci hai pensato prima?
Dal freezer un sacchetto di borlotti che hai sgusciato e conservato per ... per... per un momento come questo.

Salsiccia, riso e ... accidenti non c'è vino! Una bottiglia di birra occhieggia dalla dispensa... è belga, ad alta fermentazione e ha un vago sapore di coriandolo.. la Blanche de Bruxelles.... è la morte sua!

Quindi per pranzo piatto unico:

RISO SALSICCIA, FAGIOLI E BIRRA BELGA


Ingredienti per 4 persone:

400 gr. di riso Carnaroli
200 gr. di fagioli borlotti surgelati
150 gr. di salsiccia fresca
1 bicchiere di birra Blance de Bruxelles
50 gr. di cipolla bianca
1/2 l. di brodo di carne
40 gr. di burro
1 foglia di alloro
1 pizzico di noce moscata.

Far bollire i fagioli in 1/2 l. di acqua salata con una foglia di alloro finchè teneri.
Scolarli ma tenere da conto l'acqua.
Affettare finemente la cipolla.  Farla appassire in una padella bassa con 20gr di burro. Aggiungere la salsiccia tagliata a tocchetti ed i fagioli scolati.
Far soffrigere per 5 minuti ed aggiungere il riso e far tostare.
Aggiungere la birra ed abbassare la fiamma.
Quando si sarà riassorbita la birra alternare 1 mestolo di acqua di cottura dei fagioli e 1 mestolo di brodo di carne.
Portare a cottura il riso (in 15 minuti circa). Spegnere il fuoco, aggiungere un pizzico di noce moscata macinata fresca e il restante burro.
Coprire la pentola e far riposare per 3/5 minuti circa.

Servire caldo.


giovedì 18 aprile 2013

Ma si ghe pensu.... e la focaccia scura


Due giorni per far un salto indietro nel tempo e tornar tra queste strade, questi vicoli stretti che finiscono gli uni dentro gli altri. Per sentir l’odore del mare che si insinua e ti segue a zig zag tra i ciottoli delle strade confuso tra gli odori di cucina e l’odor della strada.
 
Per tornar ragazza quando, con le amiche, si partiva da Milano  con il primo treno del mattino per passare il fine settimana ad Ovada e, mentre si aspettava di cambiare treno a Genova, lì c’era sempre il tempo per girare tra i caruggi, comprare pesto e focaccia. 
 

Far un giro in centro ed infilarsi in San Lorenzo o in San Matteo e lasciarsi catturare dal quella calma che pervade le navate della Cattedrale o l’oro che riluce nelle decorazioni della Chiesa dei Doria.
 

Il bianco e nero delle pietre, le preghiere formulate nei secoli da tanti passati da quei portali sembrano sussurrare da dietro le colonne e nella penombra ti sembra di scorgerli : Santi e navigatori.
 
Ma anche poeti e marinai, e banchi di frutta e di verdura. Vetrine della parte ricca della città ed i banchi dei Magazzini Orientali, con le primizie. Piante officinali e spezie a riempir di profumi l’aria e tanti negozi etnici a colorar le strade e tentar le mie tasche.
 

Tornarci e voler ritornare ancora perché Zena cambia, cambia ad ogni battito di ciglio e prende un passo che non riesci a seguire.


Tornarci e sentir la meraviglia nelle piccole edicole che spuntano dagli angoli delle case. Tornarci e ritrovar le strade piccolissime e veder che il Martirio si adegua subito allo sport preferito di questa città: il mugugno, mentre cerca di districarsi in auto nelle viette anguste della città vecchia. E dire che glielo avevo detto che non è consigliabile girare in macchina.
 
Tornarci a salutar un amico che ha fatto della passione un mestiere e che ha tante avventure ancor da affrontare.


Tornarci e partirne con la voglia di tornarci … di nuovo…

Genova e la focaccia…. Mi perdoneranno gli amici genovesi ma questa, senza essere assolutamente la *vera* focaccia Genovese fa la sua comparsa da un po’ di tempo a questa parte, sulla mia tavola ed in cartella di mio figlio… e piace.
FOCACCIA AI SETTE CEREALI E SEMI DI ZUCCA E GIRASOLE.
 
Ingredienti per una teglia grande e una media.
500 gr. farina di cereali mista (io ai 7 cereali)
400 gr. di acqua tiepida
50 gr. di lievito madre secco (o 6 gr. di lievito di birra)
2 cucchiai di olio EVO per l'impasto
1 cucchiaino di malto d'orzo (o di miele)
1/2 cucchiaio di sale fino (scarso)
1 cucchiaio di semi di girasole
1 cucchiaio di semi di zucca decorticati
1 cucchiaio di sale grosso (io sale affumicato del Mar Morto)
 
Per la salamoia:
50gr. di acqua
50gr. di olio EVO
 
In una ciotola sciogliere il lievito con il cucchiaino di malto e l'acqua. Coprire la ciotola e lasciar attivare il lievito per 15 minuti circa.
Setacciare la farina nella ciotola dell'impastatrice.
Montare la foglia a K e, mentre gira, al minimo, versare lentamente il liquido e far amalgamare bene. Quando si staccherà dalla parete della ciotola montare il gancio e continuare a lavorare per 10 minuti. Aggiungere i 2 cucchiai di olio EVO, il sale e i semi di girasole. Continuare a lavorare per 10 minuti a media velocità e per altrettanti al massimo della velocità (a questo punto l'impasto sarà liscio, ed incordato).
Infarinare l'asse di legno, togliere l'impasto dall'impastatrice e dar due pieghe in un senso e due nel senso opposto.
Oliare una ciotola ampia, riporvi la palla dell'impasto con la chiusura delle pieghe in basso. Incidere una croce e coprire con la pellicola.
Lasciare a lievitare in frigorifero almeno 6 ore (io tutta una notte).
Dopo il riposo togliere dal frigorifero e lasciare a temperatura ambiente per 1 ora.
Sgonfiare l'impasto sull'asse infarinata, dividerlo in due pezzi da 1/3 e 2/3.
Stendere l'impasto nelle teglie oleate e lasciar lievitare coperti da un canovaccio per 1 ora circa (dipende dalla temperatura.. in inverno anche 1 ora e mezza).
 
Accendere il forno a 220°.
 
Finita la seconda lievitazione, creare con le dita le fossette nella superficie della focaccia e distribuire i semi di zucca. Creare una emulsione con acqua, sale grosso e olio EVO e distribuirla su tutta la superficie della focaccia.
 
 
 
Abbassare il forno a 200° e infornare per 15 minuti circa a metà altezza. Curare a vista. Togliere dal forno quando sarà evaporata la salamoia e scurita la superficie.
 
Far raffreddare e tagliare a piacere.
 
Si conserva anche nel congelatore. Far scongelare in frigorifero oppure a temperatura ambiente.
 
 
 

lunedì 15 aprile 2013

Una domenica con Gordon ovvero... un bel pezzo di manzo in forno

Foto da web
Una domenica a tavola con Gordon! Magari!! Diciamocelo, amiche femmine... un bel pezzo di cuoco! Peccato che ultimamente si sia dato alla televisione, comparendo in una quantità di reality, showcooking, cooking programme.... insomma un po' prezzemolino. Canale che zappi, Gordon che trovi!
L'ho pure trovato sui banchi di un'edicola in una stazione di servizio Inglese, lo scorso autunno, tra una serie di libri di cucina iperscontati... ed è stato mio!
Cioè: è stato mio il suo libro, quello che parla della cucina da Pub... SPETTACOLARE!

Così, mentre passavo dal mio macellaio di fiducia, un bel sabato pomeriggio... ho visto occhieggiare dal banco un pezzo di roast-beef spettacolare e ci sono cascata.
Una volta a casa è bastato aprire il suo libro, una bottiglia di nero d'Avola ed è stato amore!!
La cottura in forno aiuta tanto chi vuole un arrosto rosato al punto giusto e con la salsa al vino è *la morte sua*! Quindi, provata la ricetta subito ed ottenuta così tanta approvazione... da non avanzarne che tre fettine da fotografare.
Per la cronaca, il cucciolo di casa ha decretato che la salsa al vino è uno spettacolo, il tutto pucciandoci tutto il panino che era rimasto e rubando pure dai nostri piatti!

ROAST BEEF CON SALSA DI VINO ROSSO
(da Great British pub food - Gordon Ramsay & Mark Sargeant)

Ingredienti per 4/6 persone

Kg. 1,2 di Roast-beef già legato (se non lo fosse o lo fa il macellato o lo fate voi)
2, 5 cucchiaini di farina
1/2 cucchiaiono di sale
1/2 cucchiaiono di pepe nero macinato fresco
Olio d'oliva per spennellarlo (io olio EVO... SIAM ITALIANI DIAMINE!!!)
1 cucchiaio di mostarda Inglese (io SENAPE FORTE)
1 grossa cipolla rossa pelata e ridotta a pezzetti.
1 carota media, pelata e rodotta a tronchetti
2 gambe di sedano, pelate e tagliate a tronchetti
alcune foglie di timo fresche (1 cucchiaio circa)
alcune foglie di rosmarino fresco (1 cucchiaio circa)
2 foglie di alloro
300 ml di vino rosso (io Nero d'Avola)
600 ml di brodo di vitello o di manzo (io brodo di dado di carne casalingo)

Riscaldare il forno a 230°. Togliere ogni eccesso di grasso dalla carne, legarla per farla rimanere compatta.
Mescolate 1 cucchiaino di farina con il sale ed il pepe in una piccola ciotola. Spennellate un poco di olio EVO sulla carne, poi salatela e pepatela leggermente.
Spennellate la superficie con la mostarda e poi cospargetela con la farina aromatizzata.
Mettete cipolle, carote, sedano ed erbe aromatiche in una piccola teglia con un poco d'olio. Adagiate la cane sopra e cospargete ancora un poco la superficie con olio.

Cuocete in forno per 15 minuti, poi abbassate il forno a 190° e cuocete per altri 35/45 minuti per una cottura media. Per controllare lo stato della cottura, pungete la carne con uno spiedo (io con quelli di legno) e pressate leggermente - più scuro sarà il succo, più al sangue sarà la carne.
Trasferite la cane su di un piatto caldo, coprite con un foglio di alluminio e fatelo riposare il un posto caldo per 20 minuti.

Mentre la carne riposa, fate la salsa. Trasferite le verdure e le erbe della teglia, in un pentolino più piccolo. Aggiungete 1,5 cucchiai di olio EVO a quanto rimasto nella teglia mettetela su un fornello a fuoco medio. Sciogliete i restante 1,5 cucchiaio di farina e cuocete continuando amescolare per un paio di minuti poi aggiungete il vino. Portate a bollore, cercando di deglassare tutta la teglia. Versate il contenuto così ottenuto nel pentolino con le verdure e portate a bollore.
Lasciate sobbollire fino a che il vino si sarà ridotto di metà. Aggiungete il brodo e, ancora, fate ridurre di metà o maggiormente la salsa (dipende dai gusti averla più o meno diluita). Aggiustate di sale e pepe. Filtratela schiacciando le verdure per ottenere maggior succo.
Tagliate la carne sottilmente (il centro dovrà essere rosato) e servitela con la sua salsa.












giovedì 11 aprile 2013

Di soddisfazioni e lo strano modo di mangiare le zucchine.





 
 
Sul gas il bricco con il caffè... nel caffè spezie profumate.
Coccola della sera,
regalo di un'amica che mi conosce bene.
Caldo e nero ed aromatico.
Peccato senza peccatore
...
vizio senza peccato...
Compagnia di una serata spesa ad ordinar parole
a ritmare pensieri
a rincorrere un'idea...
La raggiungerò?
Intanto corre la fantasia.
Corro e corrono le dita sulla tastiera.
Spendono magie e versi,
ricette e racconti.
Comprano soddisfazioni
che sorprendono.
Lasciano la bocca buona... come un dolce
che sorprende
per la sua semplicità....
e non han prezzo!
 
DOLCE DI ZUCCHINE E NOCI
(tratto da Nuova Cucina - DOLCI - deliziose ricette per soddisfare qualunque sfizio)

 
Ingredienti per 6/8 persone
245g di noci
500g di zucchine spuntate
250 ml di olio (io di semi di mais)
330 g di zucchero di canna
3 uova
310g di miscela di farina e lievito setacciata
1 cucchiaino e 1/2 di cannella in polvere
1 cucchiaino di noce moscata grattugiata
 
Preriscaldate il forno a 170°C.
Ungere due teglie delle dimensioni di 22x12cm e foderarle con due lunghe strisce di carta da forno (ciascuna) lasciandole fuoriuscire.
 
Sminuzzare 185 g di noci non troppo finemente. Grattugiare le zucchine in una ciotola, aggiungere l'olio, lo zucchero, le uova e le noci e amalgamare con cura, poi incorporare la farina, la cannella e la noce moscata.
 
Distribuire l'impasto nella teglia e cospargere la superficie con le noci rimaste. Infornare per 1 ora e 10 minuti, finchè uno sctecchino inserito al centro del dolce rimarrà asciutto.
Fare intiepidire per 20 minuti, quindi sformare e lasciare raffreddare.
Tagliare a fette e servire.
 
 
 
Note mie:
La cannella ci va, poca ma ci va!
Se non dite che ci sono le zucchine... non se ne accorgerà nessuno!
Con questa dose mi sono venuti 2 Plum cake e 4 cupcakes
 

lunedì 8 aprile 2013

Pasqua con chi vuoi... un'arista al sidro e carciofi...



Finalmente ho smaltito le fatiche pasquali.
Il che sembra strano, visto che tutti coloro che mi conoscono sanno che amo stare in cucina.
Il fatto è che mi piace pensare con calma al menù della festa. Mi piace cercare con cura una ricetta che vada bene per tutti e che possa essere preparata magari in anticipo...
Poi mi piace girare per negozi e cercare il contorno, il vino giusto, l'idea per un dolce per chiudere il pasto.
Ma in casa mia programmare è un dramma.
Un esempio è Natale.  Io comincio a programmarlo dal Novembre. Supero lo scoglio delle abitudini, con mio padre che vorrebbe sempre e comunque un antipasto di salumi ad aprire il pranzo. Ma che vuol dir mangiar salumi quando tutto il santo anno la sera lui cena con un piatto di minestra e cinque fette di prosciutto!
Eppure tutti gli anni ci prova a brontolare ....

giovedì 4 aprile 2013

La pasta con la zucca e finalmente si rientra a casa.



E’ finita la giornata lavorativa e si riparte, di corsa per giunta.
L’ascensore che non arriva mai ed il tratto a piedi per raggiungere la metropolitana che non finisce mai, affrontato di corsa, mentre il cielo non promette bene. Menomale che in borsa ho sempre un ombrellino che mi salva da piogge improvvise.
La fermata dove salgo è la terza dal capolinea quindi posto da sedere ne trovo sempre. La *borsa appresso* è sulle ginocchia ma è più leggera che la mattina.
Gruppi di colleghi commentano i fatti della giornata mentre una signora di fronte a me attinge ad un pacchetto di patatine come se ne andasse della sua vita.
VillaSanGiovanni, Precotto, Gorla, Turro: si riempie pian piano tutto il vagone e comincio ad avere quel fastidioso senso di soffocamento che mi imperla la fronte di sudore.
Rovereto, Pasteur, Loreto: salgono i soliti saltimbanchi che tutte le sere percorrono le carrozze; c’è chi canta, chi suona, chi balla per due monete che spesso la gente concede pur di vederli scendere.
Lima, Porta Venezia, Palestro, Sanbabila: qui si comincia a stare stretti ed è il caso che tolga dalla borsa il libro e mi isoli tra le pagine, altrimenti ricomincia l’ansia e mi toccherà scendere prima.
Duomo, Cordusio, Cairoli: la prossima (finalmente!) e si cambia treno.
Cadorna: una fiumana umana che ti trasporta alla linea verde, incrociando chi corre per prendere il treno che ha già perso, inveendo contro qualcuno o qualcosa…
Se non assumi un incedere deciso ti travolgono, ti camminano sopra, di respingono in un angolo.
Cambio di facce, cambio di direzione… cambio.
SantAmbrogio, Sant’Agostino, Stazione Genova : e qui finalmente si respira visto che un folto numero di pendolari si avvia a passo svelto verso le uscite.
Romolo: scendo anch’io e mi faccio di corsa il sottopasso per arrivare alla fermata della circolare (Filovia come si chiama a Milano) ed è già tardi.




lunedì 1 aprile 2013

Una torta con mele e birra allo sciroppo d'acero ... e un inizio settimana di corsa.


Sono in ritardo. Al solito la mattina del lunedì è tremenda: nulla che vada liscio!
Ma è martedì!!! :-/ Sveglia Highlander che poi ti perdi!
Intanto cerco le chiavi dell'ufficio e non le trovo... se non dopo avere rovesciato tutto il contenuto della borsa sul letto.
Rimetto tutto dentro, alla rinfusa, prendo la borsetta, la *borsa appresso* che oggi pesa più del solito e via, fuori di qui.
Attraverso la strada di corsa che sta arrivando l’autobus e mi accorgo solo ora che non ho il Badge e gli occhiali… ma ho la borsa che pesa. Qualcosa mi dice che sarà una giornata tremenda.
Autobus pieni; salgo sul secondo visto che il primo aveva la gente quasi appesa fuori. 
Pieno è un eufemismo non un aggettivo. Mi reggo al sostegno spostando letteralmente un ragazzo che vi si appoggia indolente, non mi risponde perchè il mio sguardo fulminante era eloquente.
Mi manca l'aria! Gocce di sudore *nervoso* mi imperlano la fronte. Se non scenderà qualcuno alla prossima fermata.. scenderò io: non respiro.
La signora cingalese dietro di me si fa faticosamente spazio per scendere: meno male! Ma ancora non respiro.
La mia fermata è dietro l’angolo: dai che ce la posso fare!
Arrivo, scendo, cerco la tessera davanti ai tornelli… nooooo! L’ho lasciata a casa!
Quindi coda all’edicola e finalmente riesco a scendere in banchina… piena.
Due Metropolitane lasciate passare e poi, a spinta, si entra… direzione Sesto FS.
Le orecchie mi fischiano, ho le palpitazioni ma resisto: cerco di pensare ad altro.. e la borsa pesa.
Conciliazione, Cadorna: due ragazze di fianco a me parlano del corso da ostetrica che stanno frequentando spettegolando sulla docente e le sue manie.
Cairoli, Cordusio: di fronte a me una ragazza legge con attenzione un libro, la testa riccioluta coperta dal cappuccio per isolarsi dalla massa e con le cuffiette dell’I-Pod nelle orecchie; come darle torto? In questa baraonda meglio isolarsi.
Seduto di fianco un ragazzo gioca compulsivamente con la tastiera del telefonino. La signora di fianco a lui ha delle occhiaie tremende, quasi peggio delle mie che si intravedono dal vetro del finestrino… sigillato: non respiro!
Ecco che torna l’ansia. Il respiro che manca e la borsa pesa.