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domenica 29 gennaio 2012

Uno Strudel da Jodler.


Partiamo sabato mattina prestissimo da una Milano ancora addormentata sotto un cielo grigio violaceo che non promette nulla di buono. Partiamo perché lo scorso fine settimana, nel parapiglia del rientro, ci siamo dimenticati  nella casa di campagna, (o meglio il Martirio HA dimenticato) tutte le chiavi di casa, ufficio, etc pertanto una  gita doverosa e non programmata.
Arriviamo nel cortile della nostra casetta e comincia a nevischiare. Tempo tre ore una coltre bianca copre tutto come una spolverata di zucchero a velo. Copre proprio tutto, il cortile, le scale del fienile.
L’albero di mele che io ed il cucciolo chiamiamo familiarmente Melo Carmelo, è subito coperto di neve e quindi, la potatura che avevamo previsto per eliminare i rami troppo alti e puntati al cielo, dovrà aspettare ancora un poco.

In casa il camino con il suo profumo e le stufe danno un poco di calore mentre, inesorabile, cade questa marea di farfalle bianche  e Andrea si lamenta… non possiamo uscire e ci toccano i compiti.

Una cioccolata per consolare il mio piccolo Musone con un pizzico di cannella che da un poco di sprint a questa giornata moscia mentre una idea mi ronza in testa… zucchero a velo, mele,cannella  e se ci si mette qualche altro ingrediente …. Praticamente lo Strudel!

Sinceramente il trascrivere questa ricetta è stato molto difficile in quanto sono anni che la faccio a memoria dopo che mi venne insegnato *ad occhio*da una trentina DOC amica di mio papà. Mi ricorda le estati in val di Fassa, passate ad arrampicare tra sentieri e strapiombi tra le Dolomiti tra paesaggi fatati. Tutte le volte che mi metto all’opera per farlo, i volti dei vecchi amici, compagni di escursioni e di serate a chiacchierare al fresco, mi fanno compagnia… eppoi… questa volta….. tirare la pasta con il mattarello, dopo tutte le tagliatelle di queste ultime settimane sarà uno scherzo! ;-)
Quindi mi stacco dal tepore del camino e mi metto all’opera mentre la neve, implacabile ed impalpabile, ricopre tutto quanto.


Ingredienti per l’involucro:
250 gr. Farina 00
1 pizzico di sale
1 uovo
2 cucchiai di burro (circa 40/50 gr)
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 bicchierino (il mio abbondate!) di grappa.

Ingredienti per il ripieno:
Mele renette circa 700/800 gr. (io questa volta ho usato le fuji…. Non avendo le renette)
100 gr. Pinoli
80 gr. di uvetta
2 o 3 cucchiai di pangrattato
2 o 3 cucchiai di marmellata di agrumi (io marmellata di limone)
50 gr. di burro
2 cucchiaini di cannella grattugiata
Succo di un limone (piccolo)

Zucchero a velo per guarnire

Esecuzione:
Setacciare la farina a fontana e nel mezzo, versare l’uovo leggermente battuto unire il pizzico di sale, lo zucchero e il burro liquefatto. Mescolare con la forchetta e aggiungere il bicchierino di grappa gradualmente, sino a che l’impasto diventerà elastico. Mettere a riposare per 20/30 minuti la pasta coperta da una pentola fatta riscaldare sul fuoco, avendo cura di non farle toccare.
Sbucciare le mele, tagliarle a tocchetti e metterle in un ciotola irrorandole con il succo di limone. Aggiungere le uvette, i cucchiai di marmellata, un paio di cucchiaiate di pangrattato il burro fuso e la cannella. Rimestare tutto il ripieno, coprirlo, e passare a preparare l’involucro.
Stendere la pasta con il mattarello, fino ad ottenere un grande rettangolo molto sottile.

Unire i pinoli al ripieno e versare il tutto sulla sfoglia lasciando un margine di circa 2 cm per la chiusura.

Aiutarsi con un foglio di carta da forno oppure uno strofinaccio infarinato, per chiudere l’involucro arrotolandolo su se stesso. Mettere sulla placca del forno imburrata ed infarinata (o su di un foglio di silicone) con la chiusura rivolta in basso, spennellare con il burro fuso rimasto ed infornare a 150°gr per 50 minuti circa. Togliere dal forno quando comincerà a diventare colorito.
Lasciare freddare bene e spolverizzare con abbondate zucchero a velo

Mie annotazioni:
-         *  A mio parere la grappa nella pasta ci va a pennello la rende  particolarmente croccante.
-         *  Le mele sarebbero le renette *da capitolato*… se non fosse facile trovarle, usare delle mele un po’ aspre.
-         *  Se si vuole si può utilizzare il vino bianco (secco, mi raccomando MAI DOLCE) invece della grappa ma,
         credetemi con la grappa ha un tocco in più-
-        *  Si può gustar tiepido, con una pallina di gelato alla crema, oppure con un cucchiaio (generoso altrimenti che
        gusto c’è!) di panna leggermente montata.

sabato 28 gennaio 2012

Soufflè di tagliatelle alla moda di Sabrina!



Io adoro i vecchi films. Quelli in bianco e nero, che a volte vengono ancora trasmessi, magari nel pomeriggio o in tarda serata. Quelli con i belli e maledetti (H. Bogart), con le belle da copertina (A. Hepburn) : avete presente?  Di questi vecchi film che adoro, uno in particolare: SABRINA (1954).(Il primo che commenta che sono così vecchia da ricordarmelo lo FULMINO!!).
Era facile immedesimarsi nella ragazzina invaghita di un uomo più grande, ricco, importante! Poi, diciamocelo *ragazze* chi di noi non si è innamorata segretamente di uno come H. Bogardt? Il bello e bastardo che non ti degna di uno sguardo sino a che ti vede guardarne uno più giovane?!
Poi, con gli anni, queste Sabrine diventano grandi, non guardano più la vita dall’alto del muro di cinta, ma ci si buttano a capofitto: testa bassa e via che si va. Marito, lavoro poi i figli…. e della giovane Sabrina si ricordano solo quando, davanti ad un forno chiuso…. attendono che si alzi il Soufflè!

Questa è una delle preparazioni che ho sempre TOPPATO ed alla grande! Una volta NON si alzava, quando si alzava (ussignur, alzava, per modo di dire!) poi si *sedeva*... insomma non è mai stato cosa!
Se in cucina ho dei cavalli di battaglia... beh! questo è sicuramente da paragonarsi a quei muli tutti arruffati e recalcitranti!

Primo misero esperimento....


Per giunta, volendo preparare un soufflè monoporzione e non avendo la caccavella giusta, e non volendo arricchire oltre misura i caccavellari del circondario, ho dovuto prepararmela da me!
Giravo per casa stranita, guardando ogni contenitore del diametro voluto... ma nulla che andasse in forno.





Alla fine: un'illuminazione.... riadattare una teglia di quelle usa-e-getta attorno ad un barattolo del diametro giusto!.



Quindi mi sono messa all'opera e, da ostinata che sono.... sono arrivata a questa soluzione.

Prima di infornarlo ho inserito all'interno la carta da forno quindi  poi non ho faticato a staccarlo.



Unico inghippo: le foto sono venute URENDE, mosse soprattutto quelle da *sformato* che scattavo senza guardare recitando concitata il mantra. .... sta-su sta-su sta-su sta-su, quindi, care amiche di Menù Turistico, o mi accettate per sfinimento, o mi mettete tra gli anche no. Anche perchè il primo esperimento NON è degno di commento, solo di un minuto di silenzio....
 Inoltre ho avuto il divieto dal Martirio di rimettermi a fare altre tagliatelle.... e ne avevo solo un ultima porzione gelosamente nascosta nel frigorifero...
Secondo tentativo.... accettabile....

Per la cronaca, l'unica foto veramente decente, è stata la prima parte di esperimento quella che documenta il FLOP..... per le altre solo lacrime e sangue!

Per chi non lo avesse ancora capito, chiedo possibilità di partecipare con la terza (o era la quarta??? mah!) volta alla Sfida per eccellenza quella dell'MTC!!


Ora vi saluto che ho una cucina che sembra essere stata colpita da un missile nucleare.... e da domani solo riso... in bianco, o in cagnone ma BASTA PASTA FRESCA 'che il divorzio costa!


Quindi pronti via:

SOUFFLE' DI TAGLIATELLE ALLA MODA DI SABRINA!

Ingredienti per una porzione per 2/3 persone:
150/200 gr. di Tagliatelle preparate a mano come indicato qui.
1,5 dl di panna fresca
burro 
2 uova intere e 1 albume
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
2 o 3 cucchiaiate di Pesto pistacchi e pomodorini secchi.

Pesto ai pistacchi e pomodorini secchi:
Con il frullatore ad immersione, frullare 100gr di pistacchi freschi (non salati o tostati) con 3 o 4 pomodorini secchi fatti precedentemente rinvenire in acqua bollente (15 minuti), un pizzico di sale e mezzo bicchiere di olio EVO.



Scaldare il forno a 200 gradi.
Scaldare a fuoco dolce la panna, togliendola dal fuoco prima che cominci a bollire. Unire i tuorli ed il parmigiano, aggiustare di sale e pepe.
Cuocere le tagliatelle in abbondante salata, scolarle al dente e condirle con il Pesto pistacchi e pomodorini secchi e la crema preparata.
Montare gli albumi a neve con un poco di sale e incorporarli delicatamente alle tagliatelle.
Distribuire l'impasto in una pirofila imburrata e cuocere in forno per 10-15 minuti a forno statico.




venerdì 27 gennaio 2012

Una cupola di tagliatelle



Mi succede ogni volta. Da quando ho cominciato a partecipare a MTC, nel lontano Settembre 2011, ne sono diventata dipendente! 
Cominciai timidamente con una macedonia che un'amica *spiritosa* e dissidente, definì *over 80*; per continuare poi con un Flop terribile e da lì.... il delirio! Non ho finito di inviare una ricetta me ne viene subito in mente un'altra.
Non sempre sono piatti che sono solita fare (con il Baccalà mi ero cimentata solo una volta e con un risultato un po' misero) ma il bello di questa sfida è .... mettersi in gioco.
La presentazione, l'esecuzione, le difficoltà ... tutto diventa DIVERTIMENTO PURO.
Per me è stato così e continua ad esserlo. Tanto da farmi lanciare in un azzardo come questo di aprire un Blog attraverso il quale condividere esperienze culinarie e piccole emozioni.
Come due giorni fa quando, riponendo una rivista di cucina rimasta a vagare sconsolata, mi si apre su di una pagina e.... la folgorazione.
Da lì a fare mente locale, ricordare che in freezer avevo un panetto di pasta sfoglia *archiviato* per le emergenze: un'istante. E fu subito un'altra sfida!


La mia terza proposta per MTC .






Questo è quello che ne è uscito, liberamente tratto dalla ricetta *VOL-AU-VENT GIGANTE* di *IL MEGLIO DI SALE & PEPE - GRANDI PIATTI D'AUTUNNO*






LA CUPOLA DEL GIROTONDO


Ingredienti er il Vol-au-vent :
due dischi di pasta sfoglia (io in frigorifero avevo un panetto di questa sfoglia qui, da me provata due anni fa e... sempre tenuta di scorta in freezer) 
1 uovo leggermente battuto con la forchetta.


Ingredienti per le tagliatelle:
2 etti di farina 
2 uova freschissime


Ingredienti per il sugo:
100 gr. salmone affumicato già sfilettato
100 gr. tonno affumicato ridotto a quadratini.
200 gr. panna da cucina.
1 scalogno piccolino
La scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
2 o 3 cucchiai di succo di arancia.
2 cucchiai di olio EVO
2 cucchiai di prezzemolo tritato. 



Procedimento per le tagliatelle:
Sulla spianatoia di legno che NON dovrà MAI essere lavata, ma semmai pulita con un poco di grappa o di alcol per liquori, versare la farina. Con la mano, accarezzandola, fare una conca nel mezzo e versarvi le uova che avrete sbattuto con una forchetta in una terrina.
Fare assorbire lentamente l'uovo alla farina senza rompere i contorni della fontana e poi, con delicatezza, cominciare ad impastare spingendo con il palmo della mano verso l'esterno. 
Formare una palla elastica e porla a riposare sull'asse asciutta per una mezz'oretta coperta a campana con una ciotola di vetro. Dopo il riposo reimpastarla per qualche minuto e poi stenderla con il mattarello avendo cura di infarinare bene l'asse ed il mattarello.
Tirare la pasta sino a che si intravedono le venature dell’asse (o la sagoma della mano) e tagliare a striscioline regolari (dai 6 agli 8 mm) le tagliatelle.
Se volete vedere le foto dell’esecuzione… cliccate qui.


Procedimento per il Vol-au-vent:
Sulla placca del forno coperta di carta (o da un foglio di silicone), posare un disco di pasta sfoglia del diametro di 24 cm. 


Fare a pezzi un rotolo di carta di alluminio. Appallottolare i pezzi uno per uno, metterli all'interno di una terrina a cupola del diametro di 20 cm e pressarli bene.


Capovolgere la terrina su un altro foglio di alluminio più largo. La carta pressata nella terrina formerà una cupola, da rivestire con un altro foglio di alluminio. 






Appoggiare la cupola, ben centrata sul disco di pasta giù posato nella placca del forno imburrarla ed infarinarla leggermente.











Coprire la cupola di alluminio con la seconda sfoglia, unendo i contorni inferiori con il disco base spennellando con dell'uovo sbattuto per sigillare bene.  Eliminare la pasta in eccedenza.






Con i ritagli formare delle decorazioni (io ho creato un girotondo con la dima dell'omino di marzapane) e *incollarle* alla cupola con l'uovo battuto.












Spennellare tutta la cupola con l'uovo e cuocere in forno a 200°C per 20 minuti. Farla raffreddare perfettamente.






Quando fredda incidere con un coltellino affilatissimo la calotta superiore asportandola, rompere la cupola di alluminio togliendo tutta la carta all'interno.






Far cuocere le tagliatelle in abbondante acqua salata. Scolatele al dente e conditele con l'intingolo preparato facendo appassire in un pentolino antiaderente, con 2 cucchiai di olio EVO, lo scalogno tritato finemente. Aggiungere il salmone tagliato a striscioline ed i cubetti di tonno, salare poco.
Aggiungere la panna e 2 cucchiai di succo di arancia. Far ritirare un poco e condire le tagliatelle scolate al dente.
Aggiungere la scorza d'arancia grattugiata e il prezzemolo tritato. 
Spolverare con pepe macinato fresco e inserire le tagliatelle nella cupola. Chiudere con il suo coperchio e portare subito in tavola.








giovedì 26 gennaio 2012

Torta furrba al cioccolato e pere di Manuela.





Lanciarmi in questa impresa è stato un azzardo. Lo pensavo mentre mi arrovellavo il cervello per avere delle idee su come iniziare, perché  pubblicare, come fotografare. Ho continuato a essere scettica sull’oggetto ed il cappello dei miei post mentre mi consumavo occhi e neuroni nel tentativo di capire come funziona questa tecnica che ci permette di essere lì, nero su bianco, tra foto, testi e tante altre diavolerie che compongono l’immagine della bestia strana che è* il blog*.
Mi sono messa a girare in rete, curiosando sulla *concorrenza* per capire in definitiva cosa e come fare per avere un impronta che avesse un senso.  Il mio più grosso freno era dovuto al fatto che io sono sì capace di cucinare, ma la maggior parte delle volte sono solo una semplice esecutrice da ricette collaudate di rete e non. La fantasia  e l’inventiva mi vengono in aiuto spesso quando mi mancano ingredienti e me ne accorgo di solito con la ricetta già *avviata*, poi correggo il tiro in corsa e ogni tanto ….. cado in piedi!
Partire poi è stato facile: la mitica sfida di Menu Turistico è stata una spinta a provare e per giunta il tema proposto mi era familiare ( non si inventa nulla, si esegue e si sta alle regole). Per il secondo post un’idea per rabbonire un Martirio che mugugnava delle mie velleità di Blogger, la mancanza di un ingrediente e la ricerca di un’alternativa , mi ha fatto continuare abbastanza facilmente. Già la terza volta è stato un azzardo, questa volta non per la ricetta, ma per la voglia di raccontare un pezzo della mia storia, che si intreccia con la cucina ed il cuore.
Ora, quando credevo di non saper più come continuare, come legare le ricette che avevo in mente, e con quale di queste continuare l’avventura….. ecco che l’aiuto mi viene dalla rete! Da un annetto e mezzo mi sono lasciata indurre in tentazione da feisbuc… amore/odio di tanti e sul quale mi sono inserita dando ragione alla mia amica del cuore (che poi, disillusa, si è cancellata perché la riteneva una inutile esibizione). Sul social network ho avuto modo di incontrare nuovamente tante vecchie amicizie, perse per lontananza, diversità di scelte etc… oltre a conoscere nuove persone, grazie a uno strano frappè tra Foodblogger e vecchie conoscenze.
In tutto questo ho ritrovato Manuela, una compagna delle superiori, con la quale avevamo occasione di rivederci  solo alle *rimpatriate*, sempre più rare e con sempre meno partecipanti, che mi ha cominciato a chiedere informazioni per alcune ricette delle quali vedeva commenti o foto sul *libro delle facce*. Ritrovando lei ho ritrovato un pezzo della mia gioventù, battute facili da trascrivere, da ricordare e vite *cresciute* ma comunque legate da quegli anni di scuola e spensieratezza condivisi.
Un regalo di Manuela è stata questa ricetta, che pubblico qui sotto con la sua approvazione, e che dedico a tutti coloro che mi accompagnano per la strada di questa vita incasinata, che mi apprezzano o che mi contestano anche, ma che camminano insieme a me.



LA TORTA FURRBA DI PERE E CIOCCOLATO DI MANUELA.

150 gr. ciocc fondente
200 gr. zucchero
100 gr. burro
230 gr. farina
70 gr. fecola
1 yogurt da 125gr. (io lo metto alla vaniglia cosi' risparmio la vanillina)
80 gr latte
3 uova
1 bustina di lievito vanigliato
1 bustina vanillina (da omettere se si usa lo yogurt alla vaniglia)
1 pizzico sale
2 pere (ca 600 gr)
zucchero a velo per decorare..

Esecuzione: (e qui, arriva la furrrrrbata) Si fa tutto nel mixer

Iniziare a tritare il cioccolato , aggiungere lo zucchero, il burro sciolto, lo yogurt, il latte, le  uova e vanillina (non aggiungere vanillina se si utilizza lo yogurt alla vaniglia!).
Sempre nel mixer aggiungere le farine setacciate assieme al lievito.
Imburrare una teglia (oppure utilizzare la carta forno) e versare il composto.  Con questa dose ho utilizzato uno stampo rotondo da 20 cm.  e 4 formine da muffin usa e getta.
Sbucciare le pere e disporle a spicchi su tutta la torta affossandole un pochino.
Infornare in forno gia' caldo 160/170° x 40 min. –( Qui debbo aggiungere che, trovandomi nella casa di campagna, dove possiedo un forno a gas, ho dovuto lasciare il dolce nel forno per un ora circa, controllandone la cottura con lo stecchino. Nel forno elettrico in genere in 40 minuti sono sufficienti per raggiungere una cottura con una parte morbida al centro)
Controllarne con uno stecchino la cottura e, una volta cotta spolverizzare con lo zucchero a velo.


Con questa ricetta partecipo al nuovo contest di Francesca e Valentina 



domenica 22 gennaio 2012

Maria, Peppino e le tagliatelle al fungo porcino!


                     
Maria aveva conosciuto Peppino *nella porta*, come si diceva a Milano. In pratica sulle scale di una casa di ringhiera a Porta Genova. Un numero imprecisato di famiglie sparpagliate tra le ringhiere che non ti danno intimità, ma che fanno condividere a tutti quanti gioie e dolori, miserie e fortune.
Maria con la sua famiglia composta dal Papà Armando tramviere, Mamma Virginia e ben 4 fratelli maschi che la trattavano alla pari (cosa ben rara ai primi del novecento) e dai quali aveva imparato  a fumare… e a fare le scelte in autonomia, come un uomo.


Peppino, anche lui cresciuto nella stessa scala, ma la ringhiera di fronte. Lui con Mamma Rosetta e Papà Emilio musicista ed altri 5 fratelli maschi ed una sola sorella, Sandra; aveva conosciuto ed imparato ad amare quella ragazzetta vivace, sorella dei suoi amici di *corte*.  L’aveva anche conquistata la bella Maria, con quel suo piglio serio ed elegante! Lei, con quel carattere vivace, abituata ad avere l’ultima parola …sempre.
Ma guai se Peppino cercava di domare quella morettina: per dispetto era capace di lasciarlo a *far flanella* ed accettare la corte di qualche altro giovanotto, pur di fargli rabbia e farlo capitolare…sempre innamorato ai suoi piedi!
All’epoca del loro fidanzamento lei lavorava presso una ditta farmaceutica di Milano, come contabile, e lui andava spesso a prenderla sotto l’ufficio quando era in licenza di soldato.
In ufficio la schernivano *E’ arrivato il suo Fante! Corra che se no riparte!!*. E lei si toglieva il grembiule nero, si ritoccava i riccioli, un pizzicotto sulle guance e via a rotta di collo già oltre le scale, per rifare la via di casa al braccio del  SUO bel fante!
Si sposarono il 22 dicembre del 1922, quando i vent’anni fanno dimenticare il freddo intenso dei giorni prima del Natale e fanno vivere in una eterna primavera.

Maria non era capace di cucinare nemmeno un uovo *in cereghin* e quindi Peppino, che era stato ben abituato dai piattini di mamma Rosetta, avendo rilevato una ditta di torrefazione e commercio caffè ed avendone la possibilità, pensò bene di salvare capra, ma soprattutto i cavoli, facendo arrivare da un paese del mantovano un aiuto per la sua sposa: Angela.
Angela era una maga in cucina e Maria aveva tanta voglia di imparare! Presto scoprì gli incantesimi e le ricette dietro le pietanze che Peppino cominciava ad assaporare ed amare….
La prima volta che provò a cimentarsi da sola in cucina, fu una domenica mattina di primo autunno, complice la passione di Peppino per la caccia e le uova fresche portate da Angela, dalla campagna… ed il dì di festa.
Due etti di farina, due uova di gallina, amore e ritmo facevano dondolare i fianchi alla bella Maria, mentre impastava divertita e canticchiava una canzoncina dell’epoca
*Quand sòna i campann – din don din dan – mi te ciami Maria…
per dit che tra un ann - din don din dan – te saret tuta mia….*

e rideva la morettina mentre pensava al suo Peppino che gliela suonava sempre al piano, quell’arietta allegra!
E, dopo il riposo di pasta e mani, via di mattarello! Come aveva insegnato Angela , sospingendo appena l’impasto sulla tavola di legno.  Da qui a tagliare con minuziosa rapidità le matassine e stenderle ad asciugare sul canovaccio di lino fresco di bucato: un attimo!
Peppino tornò presto quella domenica, ma nel carniere non c’era carne bensì  due splendidi funghi porcini che stuzzicavano le narici dello sposo sporco di terra e rugiada.
Mentre Peppino si cambiava, Maria pulì accuratamente i funghi con un canovaccio, li tagliò a pezzettoni e, nel padellino di alluminio, fece fondere un poco di burro, tagliò una parte di una bella cipolla dorata, sottilissima che pareva un velo, la fece appassire lentamente nel burro fino a vederla diventare quasi trasparente. A questo punto gettò i funghi nell’intingolo scoppiettante , versò dalla bottiglia del vino bianco buono che piaceva tanto a Peppino, un generoso sorso sull’intingolo che fece alzare una nuvoletta profumata di uve e di sottobosco.

Abbassò il fuoco e coprì con un coperchio lasciandolo cuocere piano piano, mentre ruppe delle noci con il ferro da stiro (sposa da poco non possedeva ancora uno schiaccianoci ma, in compenso, non le mancava l’ingegno!). Dalla credenza prese poi un poco della crema di latte che Angela le aveva portato il giorno prima,  e l’aggiunse nella padella, assieme alle noci e ad un pizzico di pepe e di sale.



Peppino,  finito di darsi una ripulita, arrivò in tempo per vederla  gettare le tagliatelle nell’acqua che bolliva sulla stufa ed aspettarne pazientemente la cottura.
Scolate nell’acquaio le tagliatelle, Maria le fece saltare nel padellino, mescolando ancora una nocina di burro.
Intanto la tavola era stata apparecchiata ed i piatti con i fiori aspettavano quella meraviglia profumata… Peppino assaggiò le tagliatelle e… si innamorò di nuovo della sua Maria!

Riassumendo.....
Ingredienti per la pasta:  per 3 persone
2 etti di farina 
2 uova fresche

Procedimento:
Sulla spianatoia di legno che NON dovrà MAI essere lavata, ma semmai pulita con un poco di grappa o di alcol per liquori, versare la farina. Con la mano, accarezzandola, fare una conca nel mezzo e versarvi le uova che avrete sbattuto con una forchetta in una terrina.
Fare assorbire lentamente l'uovo alla farina senza rompere i contorni della fontana e poi, con delicatezza, cominciare ad impastare spingendo con il palmo della mano verso l'esterno. 
Formare una palla elastica e porla a riposare sull'asse asciutta per una mezz'oretta coperta a campana con una ciotola di vetro. Dopo il riposo reimpastarla per qualche minuto e poi stenderla con il mattarello avendo cura di infarinare bene l'asse ed il mattarello.
Tirare la pasta sino a che si intravedono le venature dell’asse (o la sagoma della mano) e tagliare a striscioline regolari (dai 6 agli 8 mm) le tagliatelle.
Se volete vedere le foto dell’esecuzione… cliccate qui.

Ingredienti per l'intingolo:
200 gr. di Funghi porcini (io congelati dopo essermi fatta prendere la mano in stagione con gli acquisti….)
50 gr. di cipolla dorata affettata sottilissima
50 gr. di burro (in tutto)
½  Bicchiere di vino bianco secco
150 gr. di panna (la crema di latte….ricordate?)
30/40 gr di noci sgusciate

Procedimento:
Seguire il procedimento di Maria…. Cambiando magari la canzone ;-) e utilizzando un pentolino antiaderente!

Con questa ricetta partecipo all' MT Challenge di Menù Turistico


giovedì 19 gennaio 2012

Come far digerire un Blog con il GIN




Domenica è stata una giornata campale! Mi sono decisa a partecipare alla sfida mensile di Menuturistico e quindi sapevo di dovermi armare di buona volontà per cercare di tirarne fuori qualcosa di buono, magari coinvolgendo  .... Andrea. Si, perchè in fondo è stato lui ad insistere per farmi partecipare. Il problema era che non potevo sfruttare nuovamente la pazienza di Ale e di Daniela e appioppare loro il mio post da pubblicare. Che fare? Dalla fine di Novembre stavo provando a capirci qualcosa nella giungla della tecnologia e di Blogger... piccoli passi, ogni sera risolvevo un enigma (molto spesso più per un fattore chiulo che per logica) e quindi, perchè non provare a partire?!.
Il caso ha voluto che mi venisse tra le mani la foto di mia Nonna e che cadesse il giorno del suo compleanno proprio QUESTA domenica....
Ma sì, mi sono detta, io mi butto... come la Gabbianella Fortunata (Sepulveda) OSO!
Si ma Fortunata non aveva un Martirio..... io sì! Per giunta si è sempre manifestato CONTRARIO al mio coinvolgimento telematico, già dalla prima partecipazione all'MTC di Ottobre  con la macedonia.
Maurizio (il Martirio.... appunto!) è tosto e quando si impunta si impunta! Che fare per convincerlo?
Semplice giocare d'astuzia; prenderlo per la gola; cercare un piatto che possa *trascinarlo* dalla mia parte.Scartate subito le tanto amate (da Lui) polpette... non sono mai all'altezza (di quelle di sua madre!)..
Galeotti furono uno stinco di maiale bello polposo, acquistato sabato sera, dal macellaio di fiducia ed una bottiglia di GIN che, sola soletta, mi chiamava dal fondo dello stipetto dei liquori, tutte le volte che aprivo....
Giaceva da anni la poveretta, ancora sigillata. Fare il collegamento con le bacche di ginepro comprate (in quantità decisamente abbondante) durante l'ultima capatina dall'erborista di Piazza Napoli è stato un flash.
Confidando in una porzione generosa di tagliatelle da bissare se l'esperimento fosse fallito, parto in quarta con un esperimento che definirei da brivido...di piacere ovviamente......
Le tagliatelle le abbiamo mangiate ma senza BIS perchè ne è venuto fuori un ottimo


Stinco di Maiale al GINepro




Ingredienti (per 2 persone)
1 Stinco di circa 1 Kg. (ricordatevi che ha tanto osso!)
1 bicchiere (abbondante...ci vuole!) di GIN
1 cucchiaio di bacche di ginepro
1 rametto di rosmarino fresco
Olio EVO
Sale grosso q.b.






Accendere il forno alla temperatura di 180 °C. In una pirofila da forno, versare un paio di cucchiai di olio EVO, le bacche di ginepro pestate ed il sale grosso (non esagerate, semmai si aggiusta alla fine!). Adagiare nella pirofila lo stinco avendo cura di rotolarlo nel condimento in modo da farlo ungere per benino.
Infornare la pirofila scoperta e far sigillare la carne per una decina di minuti circa. Girare lo stinco per sigillare anche  la parte sottostante. A questo punto versare il bicchiere di GIN, unire il rosmarino fresco, coprire con un foglio di alluminio a mo di coperchio ed infornare.
Controllare ogni 15 minuti circa, che lo stinco non sia asciutto(nel caso bagnarlo con un po' di brodo)  e girarlo per dar modo alle carni di cuocere uniformemente. Di solito i tempi di cottura delle carni arrosto sono 1 ora per ogni kg. Trascorsa 1 ora scoprire la pirofila e rimetterla in forno per far rosolare bene la carne Per il mio stinco ci sono volute un'ora e mezza circa. Prima di sfornare assicurarsi della cottura pungendo con una forchetta la parte più spessa di carne. Se non esce sangue spegnere il forno e tenerlo in caldo fino al momento di portarlo in tavola.






Volete sapere come è finita con il Martirio ed il Blog???  Per il momento 1 pari ..... e GINepro al centro!
A presto da TataNora!

domenica 15 gennaio 2012

Un compleanno e l'inizio di un'avventura.




Ci ho pensato tanto prima di lanciarmi in questa avventura. Ho atteso di poterci capire qualche cosa con la tecnica ed i programmi, io che riesco a malapena a mandare gli SMS e, per giunta, spesso sbaglio a cliccare sul destinatario! Sono stata sottoposta ad un martellamento quasi continuo da parte di amiche che già possiedono un blog (e che blog, signori!) e da altre che consultano le ricette in rete.
Mi frenava il fatto di non essere assolutamente all'altezza di chi, con una grazia infinita, inventa e re-inventa ricette meravigliose accompagnate per giunta da foto stupende! Io riesco a riprodurle (e non sempre oltretutto) ma quello che "invento" è frutto del caso e di non avere inforcato bene gli occhiali. Per non parlare delle foto tutt'altro che da copertina!
Poi ci sono anche quelli che non approvano: mio marito Maurizio (conosciuto dalla "rete" come il Martirio) convinto che la mia "mania" di essere "in rete" porti via tempo ed energie alla famiglia ma che non disdegna un piatto "del web", e la mia amica di sempre, Gaby, che sostiene sia solo un modo di mettersi in mostra di cercare inutili approvazioni.... ma intanto condivide con me la passione per la cucina e per i pranzetti ben articolati...
Cosa mi ha fatto cambiare idea? Un po' il fatto di avere "scoperto" di avere delle sostenitrici quando ancora il sito era in costruzione, non sapendo (ve lo avevo detto no?) di poter creare un sito non visibile sino in ultimo.
Poi mi sprona il mio bambino, Andrea, il cucciolotto di otto anni che si diverte a pasticciare con la mamma e con le pentole. Non ultimo una foto, che proprio oggi mi è tornata tra le mani, come chiamata inconsciamente a dirimere questa complicata questione BlogSI o BlogNo...


Nonna Maria M.


Nonna Maria.
La mamma di mia mamma.
La persona che mi ha insegnato tante cose in cucina, prima fra tutte l'entusiasmo e la voglia di imparare i gesti a volte antichi, a volte ripetitivi che fanno nascere delle meraviglie da cose semplici come farina, uova.... Lei, che ha comperato la pasta industriale, quando si avvicinava già agli 80 anni e che ha sempre "tirato" a mano la pasta per il pranzo del suo Peppino (ma questa è tutt'altra storia....).
Inoltre proprio oggi cadrebbe il suo 110° compleanno.. se fosse ancora tra noi..... quindi, quale giorno migliore per dare inizio all'avventura nella Blogsfera???
Quindi eccomi qui, a raccontare con le parole semplici di mia nonna, che guidano le mie mani e le vostre, nella semplice ma complicata ricetta delle Tagliatelle. Oh! A proposito... con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di Gennaio!... sempre che mi vogliano... ;-)




Le Tagliatelle di nonna Maria
quasi un inno al TRICOLORE

Ingredienti (per 4 persone di appetito robusto):
3 etti di farina fina (io antigrumi)
3 uova freschissime e grandi


Esecuzione:






Sulla spianatoia di legno che NON dovrà MAI essere lavata, ma semmai pulita con un poco di grappa o di alcol per liquori, versare la farina. Con la mano, accarezzandola, fare una conca nel mezzo e versarvi le uova che avrete sbattuto con una forchetta in una terrina.
Fare assorbire lentamente l'uovo alla farina senza rompere l'argine della fontana e poi, con delicatezza, cominciare ad impastare spingendo con il palmo della mano verso l'esterno. Per fare ciò non serve forza, ma solo ritmo.
Il mio cucciolotto, che ha voluto collaborare, ha capito al volo il "sistema" ed in questa foto si vede benissimo! Manco a dirlo la colonna sonora era questa: http://www.youtube.com/watch?v=U0aqt8UpYow


e volete saperlo??? FUNZIONA!!!










Formare una palla elastica e porla a riposare sull'asse asciutta per una mezz'oretta coperta a campana con una ciotola di vetro.



Dopo il riposo reimpastarla per qualche minuto e poi stenderla con il mattarello avendo cura di infarinare bene l'asse ed il mattarello. Anche qui non serve forza per stendere la pasta ma... metodo! Si tengono i polsi paralleli all'asse e si "convince" la pasta ad allargarsi. Come si vede qui.







Per gli ultimi passaggi sono intervenuta io e la pasta l'ho tirata fino a far intravedere le dita attraverso. Questa è la "misura" un po' empirica per stabilirne la grossezza.




Ora basta tagliare a striscioline regolari (dai 6 agli 8 mm) e far nascere le tagliatelle.





Per farle seccare senza attaccare infarinarle con farina di semola di grano duro e lasciare che si asciughino all'aria.




..... e il sugo?

Tre versioni:




Ragout di Coniglio (rosso...e UNO)

Ingredienti:
300 gr. di carne di coniglio
100 gr. di prosciutto cotto sottile
una costa di sedano
una carota media
uno scalogno medio
200 gr di polpa di pomodori
Olio EVO
un bicchiere di vino bianco secco
un ciuffetto di timo fresco
brodo di carne un bicchiere
sale e pepe q.b. 

Procedimento:
Farsi tritare la polpa di coniglio finemente dal macellaio di fiducia (a me è costato un botto ma... che buono!).
Far appassire in padella lo scalogno tagliato fine fine. Aggiungere il sedano e le carote tagliate finissime e, appena cominceranno ad ammorbidirsi, aggiungere il prosciutto cotto tritato finemente e la trita di coniglio.
Sfumare con il vino bianco e appena asciugato, aggiungere la polpa di pomodoro e un poco di brodo (la carne di coniglio è molto asciutta). Far cuocere dolcemente e coperto,  per minimo 1 oretta continuando a bagnare con il brodo per evitare che asciughi troppo. Aggiungere il timo, aggiustare di sale e pepe e spegnere.

Salsa Mascarpone Speck e Noci (bianco....e DUE)

Ingredienti:
200 gr. Speck tagliato altino
250 gr. Mascarpone
1 scalogno piccolo
70 gr. noci sgusciate
Olio EVO

Procedimento:
Versare 1 cucchiaio di olio EVO in una padellina antiaderente. Fare appassire lo scalogno tritato finemente e aggiungere, subito dopo lo speck tagliato a strisce sottili. Quando lo speck comincia a sbianchire, aggiungere il mascarpone, abbassare la fiamma al minimo, e far amalgamare la salsa. Lasciare cuocere 3 minuti circa, aggiungere le noci igrossolanamente (tenendone da parte un cucchiaio) e spegnere il fornello. Al momento di condire le tagliatelle,allungare un po' il sugo (se si sarà troppo compattato) con un cucchiaio o due di acqua di cottura, guarnire con qualche pezzetto di noce "a crudo".

Pesto Pazzo (verde...e TRE)

Ingredienti:
40/50 foglie di salvia freschissima
1 spicchio piccolo di aglio fresco
50 gr. di pinoli
Olio EVO 1/2 bicchiere scarso
sale,
2 cucchiai di parmigiano grattugiato

Procedimento:
Frullare con il frullatore ad immersione (si, lo confesso sono colpevole....lo uso!) in un contenitore alto  tutti gli ingredienti avendo cura di aggiungere l'olio a filo sino alla consistenza desiderata aggiustando di sale . In sostanza è come per il pesto originale (mortaio a parte, s'intende!) solo che se ne fa un uso più moderato, essendo il gusto della salvia, MOLTO più prepotente di quello del basilico.


Che ne dite? Io non saprei che scegliere ma..... il seguito alla prossima puntata!